Scusate il ritardo

Roberto Beccantini28 ottobre 2017Pubblicato in Per sport

Che ressa, attorno al carro. Non è più grasso, non è più isterico, non è più. Escluso dall’Argentina, ai margini della Juventus. Un pacco da 90 milioni. Gonzalo Higuain si è preso San Siro con due gol splendidi nella genesi e negli spari, quella non meno preziosa di questi. Introdotti dai tocchi e i veli di Dybala, i suoi destri sono stati chiodi che hanno bucato il palloncino di Montella, un Milan che per un tempo si era battuto a testa alta, sfiorando il pareggio con Kalinic, negato dalla premiata ditta Buffon & traversa.

Allegri aveva studiato una gabbia per Suso (Asamoah, ma non solo) e, zitto zitto, ricaricato il Pipita. Cruciale a Udine, a segno con la Spal, dominante al Meazza. Chiellini dietro, Pjanic in mezzo, Higuain davanti: ecco i confini.

Veniva, il Milan, dal rotondo 4-1 di Verona-Chievo. Una scintilla. E’ il primo confronto diretto che Madama si aggiudica, ancorché la grandezza attuale del Diavolo sia storia, non classifica. Sono state modiche le «disconnessioni», questa volta. E sul piano della manovra – per metà gara, almeno – non c’è poi stata tutta ‘sta differenza. La differenza l’hanno fatta i singoli, con buona pace degli scienziati.

Non c’era Bonucci, e dal momento che era mancato pure al Bentegodi, dove gli «orfani» avevano banchettato, vi lascio immaginare le strizzate d’occhio: meglio senza. Ah, les italiens. Non è stata un’ordalia da tramandare ai posti: lenta, confusa. Da ricordare, se mai, c’è il «nuovo» Higuain, centravanti totale. Non vado oltre, anche se scendere dal carro non sarà mai un problema.

Mi aspettavo più bollicine, dall’attacco del Milan. Il fatto che la difesa juventina non abbia beccato nemmeno un gol è una notizia che in passato avrebbe prodotto sbadigli. Oggi no, oggi è argomento di meditazione, addirittura.

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