Come il Napoli di Sarri

Roberto Beccantini4 febbraio 2018Pubblicato in Per sport

Sembrava il miglior Napoli di Sarri, la Juventus di Allegri che ha demolito il «fu» Sassuolo. Il Napoli settembrino del 6-0 al Benevento e del 7-1 al Bologna, del 5-0 a Cagliari e a Torino. Quattro reti in un tempo, sette in totale, tutti i reparti a segno: difesa (Alex Sandro), centrocampo (doppietta di Khedira, Pjanic), attacco (tripletta di Higuain, padrone assoluto della partita). Carramba che sorpresa.

Per carità, non sono certo queste le partite che dipingono gli scudetti: al massimo, li decorano. E il Sassuolo non è più la pattuglia acrobatica che, con Di Francesco e ben altri investimenti, aveva solcato e agitato i cieli del nostro campionato. C’erano una volta Vrsaljko, Cannavaro, Pellegrini, Defrel, Sansone, Zaza. Non ci sono più. Politano voleva andarsene, Berardi voleva restare: sostituiti entrambi.

Sono tappe, però, che alla vigilia nascondono chiodi che vanno stanati, rimossi. Sette a zero: il Sassuolo ci era già cascato, per ben due volte, con l’Inter di Mazzarri. Ma questa è bieca statistica. Allegri ha rischiato Bernardeschi e perso, per infortunio, Matuidi. Il ritorno di Buffon è stato «bagnato» da una parata, una sola, su Lirola. E quanto a Higuain, non sono i gol, comunque tre, a certificarne la forma: è tutto il resto, che poi «resto» non è.

Si entra, piano piano, nella fase calda della stagione. La Vecchia Signora è troppo vecchia, appunto, per non capire che a Firenze, con il Tottenham e nel derby sarà tutt’altra musica. E che, per questo, servirà una concentrazione ancora più feroce: quella, per esempio, di martedì sera a Bergamo, in coppa. In attesa di Douglas Costa e Godot-Dybala, l’Allegri sarriano, già affiorato a Udine (6-2 in dieci, ricordate?), divide risultatisti e prestazionisti. I cultori del «meglio sette 1-0» strepitano.

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