Alla fine della giostra – possesso o non possesso, contropiede o non contropiede, capelliani o contigiani – tante coccole alla Dea e un cero, l’ennesimo, a quel santo di Handanovic. Il rigore parato a Muriel proprio agli sgoccioli, dopo che, nel primo tempo, Rocchi, e il Var Irrati ne avevano negato uno a Toloi che avrebbe comportato persino il rosso di Martinez, è stato l’ultimo botto di un’ordalia aspra, splendidamente british nella trama e nei cozzi. Con l’Inter padrona dell’avvio, subito in gol (rasoiata di Lau-Toro su tocco di Lukaku) e vicino al raddoppio; e con l’Atalanta padrona di quasi tutto il resto. Non che tirassero molto, il Papu e la «nonna» (Ilicic), ma erano ovunque.
L’Inter è stata in partita finché Lukaku ha permesso che ogni palla lunga fosse uno schema e Lau-Toro ha lottato come un ossesso. La staffetta tra Zapata (ancora in rodaggio) e Malinovskyi (gran palo) ha contribuito a intensificare l’assedio. Non che le occasioni crepitassero come pallottole, tutt’altro, ma il pari di Gosens (in anticipo secco, da rapinatore puro, su Candreva) sembrò lì per lì un atto di giustizia. In campo, da un pezzo, c’era solo l’Atalanta. E senza Samir, la spallata di Bastoni a Malinovskyi, miccia del penalty, avrebbe dato fuoco alla classifica, non solo al risultato.
E’ un fatto che il gioco di Conte rende più in trasferta che in casa, come documentano, Atalanta a parte, la sconfitta con la Juventus e i pareggi con Parma e Roma. A San Siro, il popolo gradisce che si occupi il centro del ring. E se di fronte hai un «dentista» come Gasp, uno dei rari allenatori che fabbricano squadre, conquistarlo diventa un’impresa.
Due parole, in chiusura, sulla decima della Lazio. Il Napoli stava conducendo ai punti quando Ospina – dopo Di Lorenzo, Meret e Manolas – ha spalancato la porta a Immobile. Tu chiamali, se vuoi, episodi.
Come ha detto Conte e i commentatori post-partita tipo Guidolin, l’Atlanta gioca da quasi 4 anni insieme con lo stesso allenatore, con giocatori che vengono presi o abituati a giocare come vuole Gasp.
L’Inter è una squadra incompleta, che gioca con Conte da 6 mesi e che ha avuto a disposizione i suoi migliori per poche partite. Se il salentino rimane con noi e viene accontentato nella richieste, ne riparliamo.
Magari sbagliavano pure quello… :-)
Si vede il gesto non la spinta. Quello è rigore netto. punto. Poi, se come tutti, vuoi portare acqua al tuo mulino, va bene.
Martinez cade perché spinto da Zapata e quindi c’è un fallo precedente.
Guardate tutte le immagini e non solo quelle che vi servono…
De pasquale, certe volte basterebbe dire “sì, ci è andata bene”, la prossima magari vi andrà male, ci sta è normale. Perché è così e va accettato.
Perché non si fa vedere la spinta di Zapata su Lautaro? Era fallo in attacco.
Informazione questa sconosciuta…
Boh, il secondo lo vedo “interpretabile”. il primo no, con la VAR si deve dare.
(…) Non solo: per me era più rigore quello non concesso di quello concesso (…)
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La solita banalità del voler comparare 2 rigori che ci sono, entrambi.
il fatto che il primo sia CLA MO RO SO non rimpicciolisce di certo il secondo.
Gentili Pazienti, stacco per qualche ora. Buon pomeriggio. A stanotte.
Il Primario
Gentile Fabrizio, non lo escludo. Adesso non posso, ma in futuro chissà. Mai dire mai. Grazie di cuore.