Tenori due, orchestra uno. E così la Francia alza ‘sta benedetta Nations League che poco peserà ma molto mi ha divertito. Per un’ora, San Siro sotto anestesia. Le sartine rosse di Luis Enrique a cucire il possesso palla, le forbici blu di Deschamps, molto italianiste, sempre indecise dove tagliare. Poi, d’improvviso, in sala operatoria tutti folli: il paziente, il chirurgo, gli infermieri, i parenti appena sopra. Dal 64’ in avanti: traversa di Theo, gol di Oyarzabal su lancio di Busquets e leggerezza di Upamecano. Due minuti, e parabola-capolavoro di Benzema, sei anni lontano dall’équipe. Azioni di qua e azioni di là , fino al sorpasso di Mbappé su tocco di Theo e virgola di Garçia. A suggello, doppia paratona di Lloris: su Oyarzabal e Yeremi Pino.
Cosa aggiungere? Pogba, Benzema e Busquets fuori catalogo. Immensi. Poi Oyarzabal. Per un’ora abbondante Mbappé aveva sgommato al largo. In crescendo, Theo Hernandez. Una menzione speciale per Gavi (classe 2004) e Yeremi Pino (2002). L’ordalia ha fotografato l’anima dei duellanti: la Spagna, il solito inno al collettivo, ha pagato – questa volta, almeno – la penuria di attaccanti (nostalgia di Morata e Gerard Moreno); la Francia rimane una cricca di solisti che, spesso, hanno bisogno di sonori ceffoni per rialzarsi dalla propria superbia. Da 0-2 a 3-2 con il Belgio, da 0-1 a 2-1 con la Spagna. Questi i fatti. E non mi sembrano banali.
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Le finaline eccitano i topi d’archivio, che così possono decorare le classifiche come alberi di Natale, e meno, molto meno, i protagonisti. L’Italia ci ha creduto più del Belgio, senza Lukaku ed Eden Hazard, con De Bruyne in panca fino a ripresa inoltrata. Mancini chiude terzo, dunque, «bronzo» che, dopo il titolo europeo e il k.o. spagnolo, non cambia nulla. Due a uno, lo stesso score di luglio a Monaco di Baviera. Gran gol di Barella, rigorino procurato da Chiesa e trasformato da Berardi. Gli azzurri, più torta; i rossi, le fette più gustose(due traverse, un palo). Non a caso, la rete-bandiera di De Katelaere ha coinciso con l’ingresso di De Bruyne.
Il popolo dello Stadium ha gradito: applausi a tutti, anche a Donnarumma, capitano «alla faccia». Chi semina bene, alludo alla squadra e al suo percorso, questo raccoglie. Mancavano, a centrocampo, Verratti e Jorginho, poi entrato. Mi sono piaciuti Lorenzo Pellegrini e Locatelli, nella versione di simil-regista. Davanti, segnalo gli strappi di Chiesa, la tigna di Berardi e un Raspadori disperso nella giungla. In difesa, senza la ditta Bonucci & Chiellini, non hanno sfigurato Acerbi e Bastoni. Resta il tasto dei terzini: altra categoria, Spinazzola. Ci giocheremo il Mondiale con la Svizzera, il 12 novembre a Roma. Dei tre gol raccolti fra Spagna e Belgio, due arrivano dal centrocampo e uno dal dischetto: il valore fondante continua a essere il gioco. Non è tutto, non è poco.
Se si comincia ad investigare sulle intenzioni e timori dei difensori che avrebbero giocato la palla perchè temevano l’attacante partito prima in fuorigioco non è più finita. Per crudele che possa essere, la regola deve essere sufficientemente chiara ( e già cosi…). Se il difensore gioca la palla, rimette in gioco l’attaccante.
L’alternativa è ancora peggio.
Cos’e’ questa storia di kulusevsky sul mercato? Ma stiamo scherzando?
Il fuorigioco di mbappe’ pero’ e’ attivo nel momento in cui si materializza ,il difensore interviene perche’ istintivamente vede il pericolo .stessa cosa per trezeguet. solo che essendoci la juve ,che lo dico a fare .nel marzo 97 inter juve 0 -0 collina senti’ il bisogno di inginocchiarsi davanti a hodgson per spiegargli il motivo per cui aveva annullato il gol di ganz in presunto fuorigioco ,eh questot popolo cattivone ,tumultuoso che si ribella ai signori del calcio .
sul mani-comio mi sembra che ci siamo. Che adesso vi siano direttive chiare che tengono conto sia del fatto che il calcio si gioca con i piedi, sia che i difensori non possono tagliarsi le braccia, sia che il rigore è “questione seria”. E sempre più i difensori in area tengono le braccia dietro la schiena. Sul fuorigioco capisco le ragioni di chi sostiene che sarebbe opportuno reintrodurre il concetto di “luce”, ma non credo che il var sarebbe in grado di cogliere …la “luce”. Cioè, non lo so, e comunque sempre di cm si tratterebbe. Sui goal di Mbappè e Trezeguet, ricordo benissimo la virulenza delle polemiche, trattandosi di Juve, e l’intervento di Collina. Che dire, la regola è quella ed il calciatore spagnolo, come quello granata, indubbiamente “giocano” e non “deviano”. A chi tocca non pianga. Se poi capita pro Juve, allora che piangano pure, ci mancherebbe,
Gentile Riccardo Ric, lo immaginavo. Come lei sa, il fuorigioco è la regola che, mani-comio a parte (e comunque di recente deriva), fra attivo e passivo, questi due “impostori”, ha subito il maggior numero di violenze. Tanto è vero che, nell’occasione da lei citata, l’allora designatore, Pierluigi Collina, fu costretto (dalle intemperanze intellettuali di parte del popolo), a uscire allo scoperto per spiegare come e perché il gol di Trezeguet era valido. Grazie per lo spunto e per il supporto tecnologico.
https://www.youtube.com/watch?v=OEkEkhMU5_0
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Questo, ma so che ha capito al volo a quale mi riferivo
Essu Beck. Il goal nel derby all’ultimo istante con “giocata” di un difensore del Toro, di testa, che “sanò” la posizione di fuorigioco.
Gentile Riccardo Ric, scusi per il ritardo. A quale gol di Trezeguet si riferisce, per favore? Sono tante le moviole che lo hanno riguardato. Grazie.
Gentile Mike70, buona sera. Scusi per il ritardo. Le giro un prospetto, sperando che sia corretto, sulla Nazionale di Mancini contro le Grandi o sedicenti tali.
** Pre-varo del 4-3-3: Francia, 1 sconfitta (1-3); Olanda, 1 pareggio (1-1); Portogallo, 1 sconfitta (0-1).
** Post-varo del 4-3-3: Portogallo, 1 pareggio (0-0). Olanda, 1 vittoria (1-0) e 1 pareggio (1-1); Belgio, 2 vittorie (2-1, 2-1); Inghilterra, 1 pareggio (1-1 dts); Spagna, 1 pareggio (1-1 dts) e 1 sconfitta (1-2).
Il suo assunto è lapalissiano ma, se permette, non dimentichi mai la caratura della nostra squadra, livello che – secondo me – accentua i meriti del ct. Poi, certo, ognuno di noi non vorrebbe mai arrivare al tie-break dei penalty ma vincere sempre, che so, come fece il Real Madrid contro l’Eintracht Francoforte nel 1960, 7-3 con poker di Puskas e tripletta di Di Stefano.
Le «passo» anche il bilancio globale della gestione Mancini. La media-gol, se non ho preso l’ennesima imbarcata, dovrebbe essere di 2,29 a partita. Il tutto, sia chiaro, con la zavorra di molti avversari sulla carta comodi. Rivali che, in passato, qualche problema ce lo creavano comunque.
** Partite giocate: 44. Vinte 30. Pareggiate 11. Perse 3. Reti fatte 101. Reti subite 22. Marcatori: 8 gol Belotti (uno su rigore) e Immobile (uno su rigore); 7 Barella; 6 Berardi e Insigne; 5 Jorginho (tutti su rigore) e Bernardeschi; 4 Chiesa, Kean e Pessina; 3 Bonucci, El Shaarawy, Locatelli, Lorenzo Pellegrini, Politano e Sensi; 2 Grifo (1 su rigore), Orsolini (1 su rigore), Quagliarella (entrambi su rigore), Romagnoli, Verratti e Zaniolo; 1 gol Acerbi, Balotelli, Biraghi, Caputo, Cristante, Di Lorenzo, Ferrari, Pavoletti, Raspadori e Zaza. Più 4 autoreti: Airapetyan/Armenia, Posmac/Moldova, Utkus/Lituania. Demiral/Turchia.
Grazie per lo spunto.
Valgono invece i turni e le finali passate ladrando rigori ,facendo goal in fuorigioco, falciando impuniti gli attaccanti avversari e vedendo annullati agli altri goal regolari. Si chiama revisionismo cartonense.
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Scritto da Robertson il 11 ottobre 2021 alle ore 13:59
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revisionismo cartonense ma con benedizione Unicredit….
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