Scritto da Alex drasticoil
6 gennaio 2022 alle ore 10:28
Tratti entrambi dal corsera
Scritto da Bartokil
6 gennaio 2022 alle ore 10:18
Fuoriclasse del tennis con la straordinaria capacità di mettersi nei guai, Novak Djokovic è rimasto prigioniero di un conflitto di competenza tra governo federale dello Stato di Victoria, la cui capitale è Melbourne, e governo australiano centrale, nessuno dei quali voleva prendersi la responsabilità di ammettere un cittadino serbo di 34 anni con 20 Slam a carico, abbottonatissimo sul suo status vaccinale, nel Paese reduce da 262 giorni consecutivi di lockdown. Prima di scoprire che lo staff del re del tennis aveva chiesto un visto d’entrata sbagliato e che l’esenzione medica ottenuta da Tennis Australia non aveva gambe su cui reggersi. Una figura barbina interplanetaria, un danno d’immagine incalcolabile, una leggerezza inaudita da parte di un super professionista dello sport. Pensava che la parte difficile del viaggio down under, dove il 17 gennaio scatta l’Australian Open, fosse stata procurarsi il via libera dall’obbligo del vaccino, il Djoker, la legge è uguale per tutti ma ha maglie larghe per pochi: delle 26 richieste di «medical exemption» ricevute da Tennis Australia e affidate alla valutazione di una doppia commissione medica, solo una manciata erano state accettate, inclusa quella di Djokovic, motivata — è una supposizione, in assenza di patologie in corso, condizioni mediche acute e reazioni allergiche alla prima dose (il campione serbo si è sempre dichiarato no vax) — dall’aver avuto il Covid negli ultimi sei mesi, dopo essere rimasto contagiato già nel giugno 2020, quando aveva organizzato uno scellerato torneo itinerante che aveva acceso un focolaio nei Balcani.
Leggo che L Inter, quindi Marotta, è in vantaggio per prendere Bremer a giugno. Lo,dobbiamo,prendere noi
Scritto da Riccardo Ricil
6 gennaio 2022 alle ore 10:08
Uk ed Italia hanno più o meno gli stessi contagi e gli stessi numeri negli ospedali.
In uk tutto aperto,no green pass e no mascherina.
In Italia si spinge per l’obbligo di vaccinarsi.
Scritto da Alex drasticoil
6 gennaio 2022 alle ore 09:51
Djiokovic ha sottoposto la sua domanda a tennis Australia e governo australiano circa un mese fa ed e’stata acetata unitamente ad altre 36 persone di cui 12 tennisti.
Visto il casinò sollevato il gov.Australiano ha creato un cavillo legale legato al visto del serbo per negargli l’ingresso nel paese.
Gli altri 36 invece nemmeno sfiorati.
Scritto da Alex drasticoil
6 gennaio 2022 alle ore 09:46
Roberto Beccantini è nato a Bologna il 20 dicembre 1950. Giornalista professionista dal giugno 1972. Ha scritto per La Stampa dal 1° febbraio 1992 al 31 agosto 2010. La carriera in pillole. Primi passi a Bologna, prime righe sul baseball. Poi, dal 20 agosto 1970: dieci anni a Torino, nella squadra di Tuttosport, con la quale debuttò come capo-rubrìca del basket; dal 1° marzo 1981, a Milano, dieci anni alla Gazzetta dello Sport, come responsabile del calcio internazionale.
https://www.ilnapolista.it/2022/01/asl-torino-zielinski-rrahmani-e-lobotka-non-possono-giocare-con-un-nuovo-positivo-cambia-lo-scenario/
Superciuk delle 10.37 leggi sopra, e riflettete tutti che danni ha potuto generare la sentenza che ha fatto ripetere Juve-Napoli dell’anno scorso
@ Alex : assolutamente, populismo becero fatto da un giornale che da quando é in mano a Cairo manco per pulirsi il culo é buono. Oltretutto come accennavo prende una barca di soldi da 2 anni a questa parte per sostenere la linea del Governo che oltretutto come qui ripetetuto piu volte non é univoca gia che ci sono paesi che hanno preso strade diverse e hanno se non addirittura migliori risultati per lo meno analoghi (Svezia in primis).
Nole é da un mese che parlava con organizattori e autorita, ha un intero staff dietro di lui, ovviamente ha avuto conferme prima di partire ed il cavillo legale, noi italiani siamo specialisti in questo, é stato il grimandello per una decisione politica. Prevedibile ma ad uscirne male non é Nole bensi il Governo Australiano e gli Australian Open che si sono mossi come una bandiera al vento a seconda dei vari gradi di convenienza (monetario e politico) oltretutto corroborato dal fatto che ad altri giocatori in analoghe situazioni é stato garantito l accesso
Parliamo di cose serie. È vero che se tra i friarelli salta fuori un nuovo positivo stasera non si gioca?
Grazie bartok
Due articoli intrisi di porcheria populista e dati falsi che ci ricordano perché l’Italia è oltre il centesimo posto mondiale come libertà di stampa.
Tratti entrambi dal corsera
Fuoriclasse del tennis con la straordinaria capacità di mettersi nei guai, Novak Djokovic è rimasto prigioniero di un conflitto di competenza tra governo federale dello Stato di Victoria, la cui capitale è Melbourne, e governo australiano centrale, nessuno dei quali voleva prendersi la responsabilità di ammettere un cittadino serbo di 34 anni con 20 Slam a carico, abbottonatissimo sul suo status vaccinale, nel Paese reduce da 262 giorni consecutivi di lockdown. Prima di scoprire che lo staff del re del tennis aveva chiesto un visto d’entrata sbagliato e che l’esenzione medica ottenuta da Tennis Australia non aveva gambe su cui reggersi. Una figura barbina interplanetaria, un danno d’immagine incalcolabile, una leggerezza inaudita da parte di un super professionista dello sport. Pensava che la parte difficile del viaggio down under, dove il 17 gennaio scatta l’Australian Open, fosse stata procurarsi il via libera dall’obbligo del vaccino, il Djoker, la legge è uguale per tutti ma ha maglie larghe per pochi: delle 26 richieste di «medical exemption» ricevute da Tennis Australia e affidate alla valutazione di una doppia commissione medica, solo una manciata erano state accettate, inclusa quella di Djokovic, motivata — è una supposizione, in assenza di patologie in corso, condizioni mediche acute e reazioni allergiche alla prima dose (il campione serbo si è sempre dichiarato no vax) — dall’aver avuto il Covid negli ultimi sei mesi, dopo essere rimasto contagiato già nel giugno 2020, quando aveva organizzato uno scellerato torneo itinerante che aveva acceso un focolaio nei Balcani.
Quando ci eravamo rassegnati a vederlo scendere in campo agli Australian Open, e magari sputacchiare sulla mano con cui avrebbe stretto quella dell’avversario, Novax Djokovid – come ormai viene chiamato – è stato prima bloccato per ore all’aeroporto di Melbourne e poi rispedito in patria con una motivazione burocratica e perciò implacabile: la richiesta di visto da lui presentata non prevede esenzioni per i renitenti al vaccino. 

Quindi, che Djokovic soffra di celiachia, che abbia già avuto il covid nei mesi scorsi, o semplicemente che lui sia lui, il marchese del Djokovic, e noi … (con quel che segue), poco importa: lo Stato australiano di Victoria ha deciso di negargli ciò che l’organizzazione del torneo gli aveva concesso in nome del business. 

Col consueto piacere intellettuale che lo porta a sostenere l’insostenibile pur di fare stecca sul luogo comune, Giuliano Ferrara ha difeso il privilegio del Grande Esentato perché «sa giocare a tennis». Un classico esempio di realismo marxista, per cui nella Storia l’unica cosa che conta sono i rapporti di forza, il resto è piagnisteo da vittime. Secondo tale visione del mondo, la vita è sempre com’è e mai come dovrebbe essere: i ricchi, i potenti, gli spregiudicati e i più dotati possono infischiarsene delle regole che ingabbiano gli invidiosi e i mediocri. 

Sia reso grazie all’oscuro burocrate australiano che, fermando Djokovic sulla porta di casa, ci ha ricordato che i vincenti non devono vincere sempre.
Leggo che L Inter, quindi Marotta, è in vantaggio per prendere Bremer a giugno. Lo,dobbiamo,prendere noi
Uk ed Italia hanno più o meno gli stessi contagi e gli stessi numeri negli ospedali.
In uk tutto aperto,no green pass e no mascherina.
In Italia si spinge per l’obbligo di vaccinarsi.
Djiokovic ha sottoposto la sua domanda a tennis Australia e governo australiano circa un mese fa ed e’stata acetata unitamente ad altre 36 persone di cui 12 tennisti.
Visto il casinò sollevato il gov.Australiano ha creato un cavillo legale legato al visto del serbo per negargli l’ingresso nel paese.
Gli altri 36 invece nemmeno sfiorati.