Le fughe e toccate di Leao, i gol di Tonali. Al crepuscolo del primo tempo e all’alba del secondo. Momenti cruciali. Rafael, 23 anni il 10 giugno; Sandro, 22 oggi. Lo scudetto passava da qui, da loro, da una Verona già fatale, al Milan, nel 1973 per manifesto sfinimento, e nel 1990 con un Rosario di polemiche. In vantaggio era andata l’Hellas, complice la specialità della casa: da Lazovic a Faraoni, da un’ala all’altra, diciamo così. A Coverciano preferiscono «da quinto a quinto». Peggio per loro.
Bella partita: di nerbo, di tecnica. Tudor giocava solo per la gloria: a differenza di altri, evidentemente, ci teneva. Ha vinto un duello, il Verona: Lazovic su Calabria (meglio nel tiro). Pioli aveva scelto Krunic trequartista e, per la gamba, Saelemaekers, prezioso nell’innescare il contropiede del raddoppio. Se c’è l’idea, il destino sorride. E la squadra gira, comunque.
Leao è una pantera che quando capirà che il gol non è tutto ma molto, diventerà un super. E Tonali, lui, mi piaceva già dagli studi di Brescia. Una stagione di rodaggio, tribolato, e poi via, sempre più su. Aveva firmato la rimonta dell’Olimpico, contro la Lazio. E al Bentegodi, con un Ilic che spesso lo smarriva, addirittura tre, il primo cancellato per un piede al di là . Nel finale, Florenzi avvicendava Calabria e siglava, alla grande, il 3-1.
Dunque: Milan 80, Inter 78. Mancano due giornate. E’ entrata in campo, la capolista, sapendo che i campioni avevano vinto. Poi la sgrullata di Faraoni (l’uomo di Leao, a proposito). Non un filo di tensione: o se c’è stato, brava a nasconderlo. Avanti tutta, tutti insieme, troppo grande l’obiettivo per farsela sotto. Ibra avvicendava un Giroud che non fa gol ma fa massa: e crea spazi, sappiamo per chi. Senza dimenticare il carattere. Lo 0-3 del derby di coppa sembrava una sentenza trasversale. Invece no, è stata l’ennesima fionda. E la storia del «Maltegodi»? Al Diavolo.
Piuttosto che cercare di capire la situazione della Juve tramite le riflessioni di Caressa e compagnia, mi metto a fissare una bottiglia vuota per due ore.
Scritto da Fabrizio il 9 maggio 2022 alle ore 00:27
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Forse Pogba
Ho appena cambiato idea su tutto. Grazie Caressa.
Peccato che il gioco non dipenda dalla caratura dei giocatori. Ma se lo dicono a Sky, per carità . Alzo le mani. Parliamo di Sky eh. Insomma, Caressa e compagnia.
« Tudor giocava solo per la gloria: a differenza di ALTRI, evidentemente, ci teneva »
Amen.
Domanda per tutti: qualcuno si ricorda quando é stata l’ultima volta che un centrocampista della Juve ha fatto doppietta?
Il buon Caressa ha dovuto ammettere, a denti stretti, che i numeri non erano molto diversi, nel confronto tra il periodo fiorentino e il periodo juventino, solo le cosiddette “big chance” erano diverse, 15 a 7, è dovuto intervenire Marchegiani per spiegargli che ha giocato la metà del numero di partite giocate con la Fiorentina. Per il resto l’argomento è stato affrontato, senza pregiudizi, e non sono mancate le critiche al tipo di gioco della Juventus, e tutti si sono detti convinti che dal mercato prossimo, oltre che dal rientro degli infortunati, arrivera’ la qualità che manca oggi.
Se c’è l’idea il destino sorride.
AMEN.
Il ct della Nazionale italiana Femminile, Milena Bertolini, ha detto la sua sulle difficoltà di Dusan Vlahovic. Le sue parole sintetizzate da Tuttojuve.com: “Difficoltà Vlahovic? C’è un passaggio da un modo di difendere ad un altro. Credo che Allegri stia lavorando sul fatto di aggredire alti e su abitudini che invece questa squadra ha sempre avuto nel tempo, ovvero il difendere andando all’indietro anziché andando in avanti. Sono passaggi che sta facendo e non sempre riesci a farli all’interno della partita. Poi ci sono anche delle motivazioni, il Genoa a livello caratteriale ha dato tutto, mentre la Juventus forse con la testa era già alla finale”. Vuoi vedere che Allegri sta cercando di insegnare a Vlahovic a difendere così può mettere sul mercato De Ligt?
Pioli è un allenatore che mi è sempre piaciuto. E tra quelli a me graditi.