Cameriere, champagne. Sarà pure l’ultimo degli scalpi, la Nations League, ma Parigi indica: Francia 1, Italia 3. Loro, semifinalisti all’Europeo e vice campioni del Mondo. Noi, reduci dalle miserie tedesche. E subito sotto, come con l’Albania. In appena 14 secondi, stavolta: Barcola borseggia Di Lorenzo (che si riprenderà) e segna indisturbato.
Fantasmi in libera uscita, gufi e civette svolazzanti, Sanluciano (pura assonanza) impietrito. Ecco: da lì è nata un’altra «cosa», per dirla in gergo nannimorettiano. Un brivido, sì, sventato da Donnarumma, ma poi traversa di Frattesi, e fra primo e secondo tempo tre gol voluti, non trovati: 1) Dimarco-Tonali (di tacco)-Dimarco (volée di sinistro); 2) pressing di Frattesi su Fofana (un disastro), a Raspadori, a Retegui (punta larga), ancora a Frattesi (punta-punta); 3) cambio-gioco di Cambiaso, blitz di Udogie, fioretto di Raspadori. E dalle parti di «Donna», la sofferenza dei resuscitati e le mischie dei confusi.
Mbappé fa il centravanti con una libido non certo all’altezza dei pruriti poltroneschi di Gravina e Malagò. E così, esaurite le bollicine di Barcola e Olise, «allez les bleus» sono diventati una combriccola di turisti in giro per il Louvre (e non «il» Louvre, come il censo suggeriva).
Ho colto, in Deschamps, una pigrizia figlia di una pancia comunque piena. E, nei suoi, la supponenza classica di coloro che tutto o quasi, nello sport, hanno inventato. Bella Italia, in compenso. Di personalità, di coraggio, dentro la partita già un attimo dopo esserne uscita. I ribaltoni da destra a sinistra, e viceversa, hanno messo in crisi Clauss e Theo, terzini sbadati e poco protetti. Difficile stilare un podio. Ci provo: Frattesi, Calafiori ora stopper ora mediano, Ricci, Dimarco, Tonali (al rientro post scommesse), Cambiaso, i subentrati. E Sanluciano, mais oui.
E QUESTO NON LO SCRIVE TUTTOJUVE
1991 LA COPPA COMPRATA
Tratto da “Indagine sul calcio” di O.Beha e A. De Caro
L’8 maggio del 1991 a San Siro si gioca l’andata della finale della coppa Uefa Inter-Roma. Partita strana: normale per tutto il primo tempo, in bianco; nel secondo l’arbitro russo con il cognome da medicinale, SPIRIN, decide di animare la partita e dà un rigore all’apparenza inventato che Matthaus realizza. Finirà due a zero.
Negli spogliatoi il tecnico della Roma, Bianchi, e alcuni giocatori, a partire da Giannini, contestano la giustezza del rigore. Ma appunto, succede.
Succede anche, però, che ormai 15 anni dopo, il figlio di Viola, Ettore, allora punto di riferimento per il club ad interim presieduto da sua madre, ci racconti una storia veramente interessante.
«La finale con l’Inter? L’ho persa io. Mi proposero di comprare l’arbitro. Fu una mediatrice russa che lavorava in Italia e frequentava anche l’ambiente del calcio ad avvicinarmi per dirmi che Spirin era accomodabile: con 150.000 dollari si vinceva la partita. Io dissi no per due ragioni. La prima era legata all’illecito ovviamente, la seconda è che la Roma era già di fatto passata di mano. Avevamo concluso il passaggio di proprietà a Ciarrapico e francamente di rischiare io per regalare a lui la gioia di una coppa proprio non mi andava… Quello che non potevo immaginare e che invece poi mi è apparso chiaro è che qualcun altro accettò la proposta della mediatrice… Alla fine della partita ero nervosissimo. La squadra aveva giocato bene ma era stata punita da decisioni molto discutibili. Negli spogliatoi del Meazza incrociai proprio la mediatrice, bastò uno sguardo. Lei mi vide allargò leggermente spalle e braccia senza dire una parola. Un modo come un altro per farmi capire che qualcun altro aveva detto sì… e questo era il risultato.
Hai visto, potevi farlo tu… lessi nel suo sguardo. E così la Roma perse quella Coppa Uefa»
Ps: nei sedicesimi di finale di quell’anno l’Inter aveva perso con l’Aston Villa la partita di andata per 0-2. Nel ritorno di San Siro riuscì clamorosamente a ribaltare il risultato vincendo 3-0. Sapete chi era l’arbitro di quell’incontro: un certo SPIRIN.
Ps: Coppa Uefa 1992/93 Torino – IK Norkkoping 3-0, arbitro SPIRIN, c’erano e ci sono molte chiacchere in giro, alcune da autorevoli personaggi del panorama calcistico, che parlano di una proposta di mediazione da parte della FC Internazionale tra l’abitro Spirin e la Torino Calcio (ormai l’Inter e Spirin erano diventati una cosa sola).
70 anni e sentirli tutti.
Povero Diego.
Quello che non è(…)
Non ha mai scritto UNA parola UNA contro la sua inda.
Ha pianto a dirotto per il dolore al culo causato dall’estintore di Rodri.
Decido che è ora di ripetere duramente il fatto che il Lurido Sciacallo, il 3glodita e Pasqualazzo sono lo stesso cumulo di letame…ed il demente in questione, nella versione cheerleaders, corre sùbito nel trappolone a scrivere un timido post pseudo anti-indaista, per far credere quello che non.
Fuori tempo, dementecatto! Hihihi.
Ma la telenovela “Joao Mario” non era finita l’anno scorso? Ancora qui con i 30 milioni? Capisco che non si tratta di noccioline, ma tutti gli anni per far quadrare il bilancio ci riprovano. Noiosi quelli dello Sporting.
Scritto da Riccardo Ric il 11 settembre 2024 alle ore 21:19
Ti sbagli Ric, io la “tempra” nel tennis in generale, ed in Davis in particolare, l’apprezzo moltissimo, in uno sport come questo e’, anzi, una delle componenti assolutamente più importanti per conseguire risultati duraturi nel tempo…il fatto è che la combinazione “ideale” sarebbe tempra in associazione ad atteggiamento tattico adeguato e, ovviamente, colpi di buon livello…oggi Arnaldi invece stava riuscendo nell’impresa di perdere IN CASA contro un giocatore ,ecuecisiva, , che è distante da lui più di 40 posizioni in classifica ATP , Arnaldi numero 33 il brasiliano 76, in quanto incapace di una sia pur minima iniziativa sul campo da gioco, troppo passivo e per di più INSPIEGABILMENTE portato a giocare sul dritto mancino dell’avversario , unico colpo notevole in possesso di Montero…se hai visto solo le parti finali del terzo ti sei , fortunatamente per te, perso lo stillicidio dei primi due set dove Arnaldi e’ stato francamente irritante, ha vinto il primo perché Montero commette prima un errore madornale e poi subito dopo un doppio fallo nella stretta decisiva, con il nostro che ha lasciato SEMPRE l’iniziativa all’altro confidando che sbagliasse prima o poi…ti confermo che nel tennis è molto, molto raro che un giocatore che ha commesso più errori dell’avversario realizzando per di più assai meno colpi “vincenti” vinca alla fine la partita per una congiunzione astrale favorevole al tiebreak del terzo…oggi è successo, buon per Arnaldi e buon per noi per carità, ma quando vinci soltanto 7-6 al terzo contro un avversario che ti è dietro di 43 posizioni n classifica ATP faticando per più di 3 ore e mezza e con quel tipo di statistiche non c’è “garra” che tenga , se hai vinto, come hai vinto, più che la “garra” pote’ il “L kiulo”
A proposito dei suini e dei loro cancerogeni spalleggiatori istituzionali…
https://x.com/Claudeherou/status/1833504476571045908
Don Beppe cresta chiama picciotto risponde.
Inda innocente.
Il guercio è il Riina del calcio.
Fa schifo.
Giovanni ho visto solamente le,fasi finali del terzo compreso tie break. A livello emozionale ho rivisto la tempra della finale Davis 2023, quando ribaltò il suo incontro. E voi mi insegnate che in Davis, anche se il concetto non vi piace, a voi tecnici puristi, e lo capisco, la tempra e’ fondamentale. Poi io sono cresciuto con Barazzutti che prima di perdere un incontro in Davis si faceva uccidere,,,,
Scritto da bilbao77 il 11 settembre 2024 alle ore 21:06
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Stasera egregio De Pasquale abbiamo una certezza: la demenza prostatica è incurabile.