Siamo appena alla sesta e, dunque, piano con l’accetta. Ma il Napoli primo dopo che alla prima ne aveva presi tre a Verona, un certo effetto la fa. Il Napoli di Conte. Che in testa non era dal 23 maggio 2021, scudetto dell’Inter. Il 2-0 inflitto al Monza di Nesta, già fragile di suo e per giunta spolpato dagli infortuni, altro non è che la cornice. Come le reti, tra rimpalli assortiti, di Politano e Kvaratskhelia. Il quadro è il martello. E’ Conte. Ha convinto De Laurentiis a fare il presidente, solo quello; e, magari, un mercato meno strampalato del penultimo.
Aver rimesso il lavoro al centro del villaggio non è tutto, non è poco. Spiccava, in tribuna, la pelata di «Sanluciano», la cui grande bellezza aveva prodotto e addobbato il titolo del 2023. Il terzo della storia. Poi Adl über alles: i tre-allenatori-tre (Garcia, Mazzarri, Calzona) e quel decimo posto che fissò un baratro, oltre che confini indiscussi e indiscutibili.
Senza Europa. L’onta è diventata una molla. Antonio sa bene cosa si può estrarre da una simile piaga: dalla sua Juventus battesimale ricavò subito il massimo. E allora: avanti tutta, avanti tutti. Ha avuto il suo cocco (Lukaku), ha convinto Di Lorenzo, il capitano, e Kvara, l’illusionista, a restare. Per tacere delle varie ed eventuali: da Buongiorno per la difesa a McTominay, Gilmour e Neres per il centrocampo. Gli davano del talebano, ma proprio con la Juventus, a Torino, è passato alla difesa a 4: lui che, chez Madama, proprio al Maradona passò a 3.
Ad agosto, avevo piazzato il Napoli al secondo posto, dietro l’Inter. Il calcio di Conte Dracula è anima, testa e gambe: il calcio di un mediano che ha imparato dalla vita, dalla carriera. Sa adeguarsi (4-3-3 pur di inserire l’ex United, per esempio), non insegue le visioni guardiolesche. Di solito, al terzo anno sbrocca. E’ fatto così. O pace o guerra: armistizi, mai.
Scritto da Guido il 1 ottobre 2024 alle ore 23:16
E’ inutile che ci giri intorno, c’è il Ranking UEFA per Federazioni il quale ranking è strutturato dai risultati ottenuti nelle Coppe dalle squadre di ciascuna Federazione ( che poi in tal senso la Champions la Europa League è la Conference abbiano, più o meno, lo stesso peso e’ discutibilissimi, ma questo è un altro discorso ) le Federazioni “minori’ potrebbero avere un accesso molto limitato, diciamo un paio di squadre, guadagnandosi il diritto attraverso una serie di play-off “preliminari …ma ciò che regge il tutto deve essere il merito sportivo conseguito sul campo nella stagione precedente, non lo “ius bacheche”
L’idea di base della SuperLega era proprio quella di non avere incontri con “squadrette” che prendevano 4, 5, 6, 7 gol, che la Champions la dovevano guardare solo in TV. E comunque non era affatto a circuito chiuso, a mio avviso aveva solo dei criteri di ricambio nella sua composizione molto rivedibili. Come ogni nuovo progetto era perfettibile (autocit.)
Quali sono le federazioni improbabili? Non hanno il diritto di sognare anche loro? Chi stabilisce la probabilità di una federazione, rispetto ad un’altra? Magari proprio la bacheca?
Scritto da Guido il 1 ottobre 2024 alle ore 23:08
Io personalmente non verso alcuna lacrima, preferirei di gran lunga altre formule , magari allargando il numero di partecipanti di tutti i campionati maggiori ( ad esempio 5 squadre per le prime 5 Federazioni europee e poi a scendere per le altre escludendo Federazioni improbabili ) , giocando comunque dei gironi ma SEMPRE con il criterio del merito sportivo per accedervi…se l’alternativa è l’orrida SuperLega per come fu pensata e proposta allora mi tengo senz’altro “questa” Champions
Del resto la definizione di “squadrette” è tua, caro Giovanni. Quelle “squadrette” giocano la Champions per “merito sportivo”.
Scritto da Giovanni il 1 ottobre 2024 alle ore 23:05
Beh, mi spiace dirlo, ma c’è tanta ipocrisia nella tua risposta. Se si accetta l’accesso per “merito sportivo” di determinate squadre, allora non si può versare lacrime di coccodrillo per certe partite inguardabili.
Scritto da Guido il 1 ottobre 2024 alle ore 23:01
C’è una sottilissima differenza: che a questa smandrappata Champions, con tutte le sue lacune e lungaggini, si accede pur sempre per “merito sportivo” secondo la posizione in classifica del campionato nazionale mentre nella orrida SuperLega valeva “a vita” quello che il Primario, con immagine efficace, ha definito lo “ius bacheche” a me una competizione simile, immutabile nei suoi attori indipendentemente dai risultati ,fa semplicemente schifo
Scritto da Guido il 1 ottobre 2024 alle ore 23:01
C’è una sottilissima differenza: che a questa smandrappata Champions, con tutte le sue lacune e lungaggini, si accede pur sempre per “merito sportivo” secondo la posizione in classifica del campionato nazionale mentre nella orrida SuperLega valeva “a vita” quello che il Primario, con immagine efficace, ha definito lo “ius bacheche” a me una competizione simile, immutabile nei suoi attori indipendentemente dai risultati ,fa semplicemente schifo
Questa Champions conferma soltanto che tutta sta spazzatura che prende 4, 5, 7, 9 gol la Champions la dovrebbe guardare solo in tv
Scritto da Fabrizio il 1 ottobre 2024 alle ore 22:43
Non è lo stesso concetto della tanto vituperata Superlega? Allora dobbiamo deciderci, vogliamo salvaguardare i sogni del Frosinone, di tutti i Paesi europei, o tutta sta spazzatura, che prende un’ imbarcata di gol, la Champions la deve solo guardare in TV? Per capire, eh!
Scritto da Fabrizio il 1 ottobre 2024 alle ore 22:43
Il fatto è che le Federazioni di appartenenza di quelle squadrette beneficiano di un patto scellerato con il Ceffo Ceferin che prevede il voto ( di scambio ) delle stesse in favore del Ceffo in sede “elettorale cariche UEFA” ricevendone in contropartita la partecipazione ad una Champions “allargatissima”