E’ che, nel curare qualcuno, si diventa qualcuno da curare. La frase di Alessandro Bergonzoni incornicia Thiago. Arruolato per cambiare libro, e non semplicemente per voltare pagina, si ritrova spesso all’indice. Anche dopo Juventus-Empoli 4-1. Il risultato è talmente obeso da richiamare le sculture di Botero. Partita stramba: se il gol di De Sciglio, malinconico ex, sa di pernacchia fantozziana, il rigore che un mani-comio di Anjorin toglie, via Var, a Maleh, pizzicato da Di Gregorio, è un cerotto su una ferita che, lì per lì, sembrava profonda.
La squadra di D’Aversa, già mutilata, finirà addirittura in dieci (83’, rosso per cumulo al Maleh di cui sopra). Non prima, però, di aver spinto per mezz’ora Madama tra le ombre lunghe di Napoli e Benfica. Scartare gli scarti (Veiga, al debutto; Kolo Muani), ecco un’emergenza diventata normalità . Si agita invano, la Juventus, tra un chilo di sgorbi, un etto di mischie e una sforbiciata di Nico, sventata da Vasquez. La solita brodaglia.
I fischi la scuotono. I lazzi la svegliano. I toscani perdono Ismajli, un lucchetto, e Kolo ne approfitta subito, divorandosi Goglichidze. E’ il 61’: tre minuti, e una lecca randagia di Weah incoccia uno stinco del parigino e spiazza l’equilibrio. Due gare, tre gol. A onor del vero, ma poco a onore del blasone, era da un po’ che la Juventus non sbadigliava più. A cominciare da «Flopmeiners», liberato dalla garitta.
Ecco: il destino ha battuto un pugno quando Thiago ha tolto Yildiz per inserire Vlahovic. Il turco: cioè il migliore. Lungi dall’infierire, al palo sfiorato da Colombo il fato ha poi affiancato l’imprudenza di Maleh (su Nico, secondo giallo). A questo punto, per non vincerla, sarebbe servita un’impresa. Il sinistro del serbo (toh) e un contropiede di Conceiçao hanno siliconato il risultato. Occhio, però, a non cascarci.
Oggi inizio inquietante ancora di più che col Benfica, per fortuna l’Empoii ha caratura differente. La speranza è che la vittoria restituisca un po’ di serenità ma, per quanto mi riguarda, i segnali restano preoccupanti. Motta mi pare ancora troppo rigido nelle scelte tattiche e poco lucido nei cambi. E non ha ancora trovato il modo di sfruttare al meglio molto del materiale che ha disposizione. L’augurio è che questi tre punti siano l’inizio di una ripartenza ma, come suggerìsce il primario, è ancora poco per cascarci.
Rinvenuto in una caverna nei pressi di Bitonto (nomen omen) il testo autentico dell’inno delle cheerleaders di Cialtronia.
Fa così:
“Com’ è bello fare i gufi dalla Puglia in su.
Com’è bello fare il gufo io son pronto e tu.
Tanti auguri brrrun, a chi la Juve affronterà …tanti auguri…brrrun, ai pisciatombe ed al milà n.
Com’è bello fare i gufi dalla Puglia in su, l’importante è farlo sempre contro chi vuoi tu,
e se ti vince lo sai che si fa,
trovi un’altra più forte che la sconfiggerà ”.
Ma infatti, Bit, per me siamo ancora attaccati alle macchine. Vediamo se gira, ma mi stupirebbe. Per me, da qua alla fine, saranno alti e bassi. Magari si centrerà il 4° posto, ma al momento non vedo molto di diverso dagli anni scorsi, nella sostanza.
Io direi che in una partita in cui, sul 2-1, con l’Empoli in 10, eravamo lì a pregare che non succedesse l’irreparabile, e l’Empoli ha avuto un paio di occasioni, c’è poco da fare gli splendidi. Fortunatamente Vlahovic si è inventato il gol del 3-1, e partita chiusa. I buoni 60 minuti, tra la seconda parte del primo tempo e l’inizio del secondo tempo, per me, suonano come un’aggravante, se poi si deve soffrire fino all’88esimo. Comunque, 3 punti importantissimi, per la classifica e per il morale. Inutile stare a sperare nella “partita della svolta”. Ci abbiamo sperato troppe volte, con troppe delusioni. Speriamo solo nella prossima partita.
Mi inquieta sempre quando gi allenatori tolgono il migliore in campo. E Motta in questo è piuttosto ostinato. Così come nella disposizione tattica che non cambia mai.
Ecco, a leggere il racconto del sig. Beck sul quasi rigore pro Empoli ci sono 2 possibilità : una sostanziale, stucchevole, infinità ostilità contro la Juve in materia arbitrale (perché lo leggiamo da anni), sconfinante nella malafede oppure una poca competenza nel giudicare gli episodi, figlia chissà magari anche di una mancanza di partecipazione in prima persona al gioco stesso.
Digre si tuffa ma è sufficientemente abile da fermarsi e da evitare di toccare con braccio o corpo Maleh. Ecco sì, per accontentare i sigg.Beccantini di questo mondo, possiamo concedere che il nostro portiere colpisca l’empolese… con la faccia.
Che sia quest’ultimo che con la gamba vada verso il volto del Digre, che sarà mai.
Questo al netto del fallo di mano precedente.
Brodino caldo con tortellini. Dopo il freddo di queste settimane corrobora e fa pensare positivo.
Testa a venerdì, gara tostissima ma da vincere.
“Occhio, però, a non cascarcI “…già …
Primo
Primo?