Non poteva essere una festa, la sera di Reggio Emilia, ma non la immaginavo neppure così mesta. Era l’ultima di Luciano Spalletti, contro la Moldova, 154a. nella classifica Fifa (noi, noni). Ne è uscito un apallico 2-0, firmato da Raspadori nel primo tempo e da Cambiaso nel secondo. Ci voleva Gravina-Slavina per imporre – ripeto: imporre, non offrire – il bicchiere della staffa a un allenatore esonerato per aver deluso le aspettative, ma mai eluso le conseguenze («Ho fallito». «Giocatori stremati? Colpa delle mie scelte»).
Haaland ha segnato anche in Estonia e così il nostro Mondiale, appena nato, resta appeso più ai playoff che non all’idea del golpe. Lo stadio non sapeva come regolarsi: fischiare la patria traditrice o incoraggiarla comunque, memore di quel passato che, da Gigi Riva agli eroi del 1982, non passa e, per fortuna, mai passerà?
I moldavi, che in casa dai norvegesi ne avevano presi cinque (a zero), avrebbero meritato di segnarne almeno uno. Catenacciari, sì, ma non al punto di non accorgersi dei fantasmi che avevano di fronte; e, per questo, di «bombardarli» ai fianchi. Poi, è chiaro, escono le lavagne ed entrano i piedi, e allora può finire com’è finita. Coraggio. Il mio regno per un dribbling: scritto e riscritto fino alla prescrizione. Abbasso i soliti pistolotti da Demostene falliti (la stanchezza, gli stranieri, i vivai, l’amore per la maglia). Sono «sostanze» che spacciamo dalla Corea del 1966. «Gravina vattene», recitava uno striscione. Era il 2017, quando proprio l’hombre di Castel di Sangria disse: «Presidente Tavecchio si dimetta, il calcio italiano ha bisogno di profonde rivoluzioni». Capito da che pulpito?
Tocca a Ranieri. L’autore del miracolo Leicester e della rimontona della Lupa. Il doppio ruolo Nazionale-Roma? Per carità: in Italia i conflitti d’interesse non sono (quasi) mai un problema. Anzi: diventano spesso la soluzione. Auguri, di cuore.
Gentile Alex Drastico, perfetto il riferimento a Nuno Mendes. Che partita, con la Spagna. E non solo quella lì. Tornando a Yamal: l’età, in effetti, spinge verso l’eccesso, ci ho pensato anch’io, ma poi ho cercato di raccordare l’operazione Modric (40 anni a settembre, dal Real al Milan) e l’iniziazione di Lamine (18 anni a luglio). In un mondo ingessato, ma sì, mi gioco un quasi bebé a mio rischio e suo (suo di lui) pericolo. Grazie ancora.
Yamal.
Mi e’capitato anni fa di essere a San Siro,invitato da un collega, per Milan-Barcellona.
Ronaldinho per circa mezzora,all’interno di una partita giocata da lui in maniera fantastica per 90min,fece cose da far sembrare gli altri 21 giocatori dei poveri sprovveduti.semplicemente inadeguati al palcoscenico.
Ogni volta che la palla gli arrivava tra i piedi si avvertiva un’anticipazione degli 80mila,un’attesa della prox meraviglia con tanto di ooohhhhh!di stupore a seguire.
Era come se il calcio fosse una cosa troppo facile per lui,una seccatura che lo vedeva costretto a praticare con altri 21 che con il suo livello non c’entravano nulla.
Ho visto sprazzi di Yamal che mi hanno ricordato quella sera.
Tuttavia pallone d’oro no,ancora no.
Il mio pallone d’oro:
1) Lamine strameritato per continuita’ ed abilita’.
2) Dembappe’ (quest’anno) se la gioca con Lamine. Anche perche’ ha vinto Champions.
3) Kvaratskhelia: una provocazione, ma ha vinto Champions e Ligue, ma ha probabilmente vinto anche la serie A (il suo contributo fino a gennaio e’ stato fondamentale), e gioca per la squadra come pochi.
4) Sala: onore alla carriera e poi ha vinto la Premier
Sig Beck
Cr7.
La cosa che piu mi ha colpito e’l’adorazione che hanno i suo compagni di squadra per lui.quasi avessero voluto vincere la coppa “per lui”.incredibile che un personaggio cosi accentratore riscuota un’ammirazione ed un rispetto cosi totale nello spogliatoio e quella spintarella per mandare fuori tempo cuccurella?puro calcio.
L’espressione del viso dello spagnolo a dire”fallo!azz…..no,mi ha semplicemente uccellato”.
Io voto Salah.
I suoi numeri nel torneo piu competitivo nel calcio parlano chiaro e mi riferisco soprattutto agli assist.la sua impresa e’passata un minimo in sordina perche i Reds,una volta sicuri del massimo traguardo stagionale,han tirato i remi in barca ma la sua stagione rimane ronaldesca.
Secondo Donnarumma.
Il suo nome e’inciso a caratteri cubitali sulla champions,specia a Birmingham,dove il PSG tutto ha preso un’imbarcata meno lui.
Terzo Mendes
L’ho visto tante volte e l’ho sempre visto fare letteralmente a pezzi chiunque avesse difronte,ultimo della serie proprio Yamal.un Briegel con la tecnica di una mezzapunta,sempre dentro la partita,sempre al servizio della squadra ma che quando si mette in proprio diventa ancor piu decisivo.
Grazie a lei.
Andreas Moeller: ha fatto bene. Anche perche’ aveva gia’ preso impegni.
Credo che Mancio ritornerebbe volentieri. Si dimettesse Gravina, ancor piu’ volentieri…
https://www.tuttojuve.com/esclusive-tj/retroscena-tj-giuntoli-aveva-l-ok-del-chelsea-per-prolungare-il-prestito-di-renato-veiga-ma-la-nuova-dirigenza-ha-detto-di-no-736543
Venghino siori,
venghino..!
Gentile Alex Drastico, buon giorno. La sua domanda a bruciapelo mi prende in contropiede. Allora: in assenza di fasi finali di Mondiali e/o Europei, la Champions e la Nations League, prima ancora che i campionati nazionali, riassumono le bilance più solide, più selettive. La mia scheda:
1) Lamine Yamal
2) Ousmane Dembélé («Dembappé)
3) Mohamed Sala
4) Gianluigi Donnarumma
5) Cristiano Ronaldo
(Il marziano si offenderà del quinto e ultimo posto nella mia scheda, ma lei lo consideri, gentile Alex Drastico, come una segnalazione speciale ai suoi 40 anni e al suo essere scultore, sempre e comunque, gol alla Germania, gol alla Spagna e un carisma che gli permette di far giocare una Nazionale come il Portogallo in «dieci più uno»). E se non lui, seguendo i canonici criteri di selezione, Kylian Mbappé.
Sì, Lamine Yamal: 18 anni il prossimo 13 luglio. E mi creda: non tanto per la bellezza espressa contro l’Inter e in altre occasioni, quanto per come, non appena la sua lampada si è un po’ spenta, gli Aladini della Spagna ne hanno risentito in maniera quasi drastica, con i lusitani, al di là del 2-2. Conferma di un’incidenza al di là di ogni ragionevole opinione. Adora il dribbling, che non è scansare un problema, ma cercare di risolverlo guardandolo negli occhi: e adoro, io, la sua semplicità. Si vede raddoppiato, si sente un po’ «dispari»? Un’occhiata in giro e palla al compagno più sicuro attraverso il tragitto più normale. Dribblatore, non dribblomane: evviva.
Avevo pensato a dei centrocampisti: Mac Allister, Vitinha, McTominay no perché – purtroppo per lui – solo a livello domestico, Pedri. Ma dopo Rodri, tornerei a privilegiare chi fa gol, per Pier Paolo Pasolini – mai dimenticarlo – l’espressione più poetica del gioco del calcio.
Grazie dello spunto.
Un bel due di picche quest’anno non si rifiuta a nessuno…
Bravo Ranieri che fiutata l’aria viziata, elegantemente declina.
avessero aspettato di andare al governo oggi starebbero da soli ed avrebbero avuto il tempo di selezionare una vera classe dirigente e non quattro scappati da casa tipo Di Maio
Scritto da intervengo102 il 10 June 2025 alle ore 07:59
Concordo alla lettera. Pure li votai alle elezioni precedenti l ultima
ranieri rinuncia alla nazionale