Diario mondiale, dodicesima puntata. La «terza» è sempre un nido di vipere. La Francia, già qualificata e prima, perde con la Tunisia. La Spagna, idem, si arrende al Giappone ed elimina la Germania. Il Portogallo, vedi sopra, s’inchina alla Corea del Sud ed elimina l’Uruguay. Il Brasile, sazio, cede al Camerun. Tra ieri e oggi, fuori sei coppe del Mondo: le quattro dei tedeschi e le due della Celeste. Nessuna squadra a punteggio pieno. Questi gli ottavi: Olanda-Stati Uniti; Argentina-Australia; Inghilterra-Senegal; Francia-Polonia; Giappone-Croazia; Brasile-Corea del Sud; Portogallo-Svizzera.
** Corea del Sud-Portogallo 2-1. Lo scrivo esclusivamente a scopo divulgativo, non certo per accendere falò italici: il tecnico degli asiatici (privi di Kim, il napoletano ) è Paulo Bento, portoghese. Strano, fra i titolari c’è Cristiano. Assiste alla rete-lampo di Horta, se ne mangia un paio e, di schiena, offre la palla del pari a Kim Young-Gwon. Procede, la sfida, a cavallo di modici ribaltoni. Fanno torello, i lusitani, come lo fecero le furiette: tiri, zero. A un certo punto, esce proprio il marziano, scortato da un labiale che non è «we are the world, we are the children». Agli avversari non par vero: sarà pure vecchio e rinco, ma volete mettere la sua ombra con i ruttini di Leao e André Silva? Il fato e il fado si radunano attorno al minuto 91. Corner per il Portugal: contropiede da metà Novecento, Son (lo «sperone», finalmente) corre verso il destino, ignaro di cosa abbia in serbo. Cerca disperatamente un compagno, lo scorge e lo serve: intrufolatosi in area, Hwang Hee-Chan non sbaglia. Da Tokyo a Seul, in alto i kimoni.
** Ghana-Uruguay 0-2. Nemmeno la differenza reti. Peggio: il numero dei gol segnati. Lo stesso cavillo che ci tenne in vita a Vigo. Si comincia dove, nel 2010, avevano (quasi) finito. Con un rigore per il Ghana. A Johannesburg, Asamoah Gyan lo calciò sulla traversa; a Doha, Rochet – reattivo anche in altre occasioni – lo para ad André Ayew. La garra charrua ne ricava benzina e furore. Perde Bentancur, infortunato, ma De Arrascaeta sigla una doppietta che, lì per lì, sembra un passaporto. Molto bella l’azione del secondo, gran protagonista il pistolero Suarez (di anni 35). La sentenza arriva poi per «interposta» squadra. Con gli uruguagi a raschiare un rigore su Cavani (35 pure lui) dal fondo del barile. Se nel dubbio si astiene il Var, figuriamoci l’arbitro. Ma qualcosa, forse, era successo.
** Camerun-Brasile 1-0. Tite con una seleçao «gran riserva», lo beffa Aboubakar al 92’. Che poi, già ammonito, per l’orgasmo si toglie la maglia e viene espulso. Non impeccabili, sul gol, Bremer ed Eder Militao. La sconfitta graffia l’orgoglio, non la classifica. Le acrobazie di Epassy – un po’ naif, ma sempre efficace – e gli errori di mira orientano il risultato. Tornano indomabili, i leoni, anche se il ruggito non basta. Mi sono piaciuti Martinelli, Bruno Guimaraes (per la quantità) e Choupo-Moting. Oltre, naturalmente, all’hombre del partido.
** Serbia-Svizzera 2-3. Una battaglia, come indicano le risse e gli scoppi del tabellino: Shaqiri, Mitrovic, Vlahovic (toh), Embolo, Freuler. Il verdetto riassume i pregi e i limiti dei duellanti. La nazionale di Yakin si ciba di un cameratismo che la aiuta a sopravvivere; quella di Stojkovic cerca di saldare il passato al futuro, finendo per perdere, soprattutto, il presente.
io lo so che se Paratici non fosse stato colui che impose l’allontanamento di Allegri, sponsorizzando Sarri, e molto probabilmente come prima opzione il ritorno dell’attuale allenatore del Tottenham, tutte queste difese a spada tratta non sussisterebbero. Paratici ha provocato danni incalcolabili, prima di capire se con riflessi penali, sicuramente di mala gestio. MA INDUBBIAMENTE ancor più responsabile di Paratici vi fu chi lo promosse in un ruolo per il quale non era adatto, oltretutto con autonomia operativa esagerata, e che ben sapendo come Paratici stava agendo non pose un freno. AA è stato veramente una delusione, e lo scrivo con molta pena e delusione nel cuore. Ero convinto fosse un Agnelli vero, un manager preparato, appassionato, ma non obnubilato dall’ossessione champions, come l’ultimo dei tifosi. Ma i fatti dicono ciò, si era costruito il suo giocattolino, la sua cerchia di amici, da Paratici a Pirlo e certo, pure Allegri (Allegri, per fortuna, mio commento) e pensava di gestire la Juventus come fosse una impresa familiare
Leggendo quello che si scrive sui giornali si capisce bene quello che alcuni scrivevano qui da tempo.
La dipartita di Marchionne e la defenestrazione di Marotta hanno permesso a quel gran farabutto di Paratici di fare il bello e cattivo (soprattutto cattivo) tempo infischiandosene delle Juve e pensando davvero solo ai (suoi) soldi. Il tutto sotto l’occhio socchiuso di Agnelli è quello sbronzo di Nedved.
Certo fino a un certo punto andava bene a tutti: Nedved poteva dedicarsi alle feste, AA farsi bello in famiglia e JE poteva tenerlo buono e farsi appoggiare in altre assemblee.
Ma quando le cose iniziano ad andare male i giocatori incalliti invece che ritirarsi in buon ordine iniziano a raddoppiare la posta non sapendo che nostro signore “a paga tard ma a paga larg”.
Ecco, sarebbe da chiedere a gravina e al covisoc che tanto si preoccupano di sapere se rovella valga veramente 18 milioni come han fatto a fare iscrivere l’inda con patrimonio netto reale negativo, debiti con l’erario e con i fornitori, il tutto corretto tuittduntratt (cit d’apporto) da una pirotecnica rivalutazione del marchio e della libreria storica (uah uah uah) di oltre 200 miioni. Il valore della libreria storica per la cronaca superiore a 40 milioni. Per equita da dire che anche la rivalutazione fatta dalla squadra dell’ammmmore peraltro lascia basiti (125 milioni), visto che adesso pure questi fanno i pierini.
In questa misteriosa libreria ci devono essere come minimo o la stele di rosetta e le memorie di hitler (non quelle tarocche, veh veh) Si vocifera anche del diario intimo di cicciocolonnese che costituisce agli occhi di arguto perito un valore probabilmente inestimabile e di cui tenere debito conto nella rappresentazione fedele degli asset aziendali.
E l’ex direttore finanziario Stefano Bertola è dell’idea di tirare fuori i documenti, per non incappare in guai peggiori: «Lasciano le persone sulla graticola. È uno stile di conduzione della casa. Ma ci sono di mezzo anch’io, che tra l’altro firmo il bilancio 2019-2020 e so il c..o che mi sono fatto per stare dietro a quei numeri. Sembriamo una manica di servi imbecilli».
Ovviamente da prassi agnelliana la macchina del fango si sta concentrando su paratici così come fu fatto con Bonucci quando era odiato anche dai compagni salvo poi postare insieme a loro in vacanza alle Maldive.
Tutta roba già vista.
De noatri(cit)
Pino l’aspirante stupratore se ne andato dal blog con tanto di letterina di addio strappalacrime ed il culo squartato e adesso parla di randellate sto cazzo di analfabeta de noatri.
Ue pinucc stet tranquill adess postam beres cosi capisc tuuutt.
Psicopetic….
Scritto da Robertson il 3 dicembre 2022 alle ore 09:18
Tanto non risponderanno mai nel merito, due inutili provocatori, per lo più da ignorare, con qualche promemoria, ogni tanto, sulla loro onestà.
E adess dimeustr ca parl itelieun, Leone de Waters, e preuv a coniughere il verbo MOLESTER.
Scuse trulle me che c’è? Ti menca il tuo amichett toscheno e ti senti sole?
Si contenghe molestatore bareis, il suo ultime post non è di sue stil.
Gne gne gne…
E epr lu porteun che l’ambulenza per trasferl al pronto soccheurs è giù che chiem de mezzeur…
Cialtreeeun !