Dumfries e altri dieci

Roberto Beccantini3 dicembre 2022Pubblicato in Per sport

Diario mondiale, tredicesima puntata. Louis Van Gaal lo ha capito. Con calma, ma lo ha capito: meglio essere «non-geni» comprensibili che geni incompresi. Anche per questo la sua Olanda – senza De Ligt e De Vrij – ha inaugurato gli ottavi liquidando gli Stati (molto) Uniti ma poco furbi. Non più il calcio totale dell’arancia meccanica: erano ben altri i giocatori, e tutti docenti di (e del) ruolo, Cruijff a parte (di più, tantissimo di più). Calcio parziale, oggi. Ordinato come le scolaresche disciplinate, la difesa (a tre) ben posizionata, le transizioni a lama di coltello. Prova ne sia l’azione, picassiana, che ha portato Dumfries all’assist per Depay. Poco prima, Pulisic aveva sprecato, complici le manone di Noppert, un’occasione che avrebbe potuto sabotare la trama.

Non che gli Usa non ci abbiano (ri)provato. La differenza? A Coverciano se la caverebbero così: i batavi, bravi anche senza palla; gli yankees, solo con la palla. Dettaglio che, spesso, mandava in fumo le volate di Dest e Robinson. Pareggio e raddoppio si sfioravano vezzosi fino a quando Dumfries, ancora lui, non offriva al «rimorchio» di turno, il veterano Blind, lo spazio e l’agio del raddoppio. Polli, gli americani: stessa spiaggia, stesso mare, stessa azione.

Il resto dell’ordalia filava mosso attorno ai tocchi di De Jong e alle vampate di Weah e soci, spente da Van Dijk e Aké con un sorso d’acqua. L’Olandesina alternava la canasta del torello alle cerbottane del contropiede. Con Dumfries in versione Nembo Kid: due assist, un salvataggio sulla linea e, dopo la rete quasi «involontaria» di Wright, un cambio, la zampata del 3-1, su servizio di un riconoscente Blind e tra sceriffi con le manette fra le nuvole. Trafelato, il Bartleby di servizio mi chiede se può interessare il possesso palla: Usa 58%, Olanda 42%. Preferisco di no.

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