Da Giovinco a Insigne

Roberto Beccantini18 settembre 2013Pubblicato in Per sport

Canta Napoli. Non è da tutti battere i vice campioni d’Europa, quel Borussia Dortmund che aveva crivellato il Bayern nella Supercoppa tedesca. Settembre, mese di semina, consiglia di calibrare l’enfasi. Ho l’impressione che il passaggio da Mazzarri a Benitez, e da Cavani a Higuain, abbia reso la squadra più bella, più forte. Se così forte da scalzare la Juventus, lo dirà la primavera, stagione in cui si raccolgono pepite e cocci.

Partita vibrante, corretta, giocata a gran ritmo: finalmente. Dopo il rosso a Klopp, per crisi isterica, i tedeschi hanno perso anche il portiere, Weidenfeller, allo scadere del primo tempo: espulsione «tecnica», per una parata fuori area su Higuain, lanciato nel vuoto. Il quale Higuain aveva sbloccato, di testa, il risultato. E’ un centravanti che copre tutto il fronte, segna e fa segnare. L’ideale per una manovra che si snoda attraverso colpi di fioretto e di scimitarra.

Non ha brillato Hamsik, e questo è un ulteriore attestato: se vinci con il primo della classe in ombra, o comunque relegato a fare l’appello, significa che sei proprio tosto. Il Borussia era partito forte, e forte ha chiuso. In mezzo, il furore ragionato del Napoli. L’autogol di Zuniga – di tacco, addirittura – è stato un pezzo d’autore.

Calma e sangue freddo, naturalmente. Lorenzo Insigne giustifica però un piccolo supplemento. Ha 22 anni, è alto 1,63. Sta dando al Napoli quello che Sebastian Giovinco (26 anni, 1,64) sembrava che potesse dare alla Juventus, e non ha dato. Non alludo tanto alla raffinata punizione che ha scosso il San Paolo, specialità condivisa, quanto al timbro sulle pratiche. Insigne ha conquistato il posto, Giovinco l’ha perso. Oggi è così.

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