Un po’ di calcio, finalmente. Briciole, monetine: poca roba, lo so. Ma calcio, perbacco, calcio normale, con le sue trame sghembe (che sofferenza, con l’Azerbaigian), i suoi tabellini buffi (testa di Chiellini, autogol della coppia Buffon-Chiellini, testa di Chiellini), i suoi improbabili nani della provvidenza (Giovinco, il mio cocco: un assist e una traversa).
Calcio. Lo scrivo con la stesso stupore con cui, immagino, le vedette di Cristoforo Colombo gridarono «terra». Un romanista, Florenzi, abbraccia uno juventino, Chiellini; uno juventino, Bonucci, dà il cinque a un interista, Ranocchia. E poi, Palermo. Un tifo caldo, generoso. Penso a Little Lions, Teodolinda, Salvadore: fieri della loro città e io fiero con loro.
L’ordalia viene dopo, confesso che non la facevo facile ma neppure così complicata. Si sapeva che Vogts-populi-vogts-dei avrebbe armato un catenaccio d’altri tempi, con un azero fisso su Pirlo. Il calcio esula da ogni convenzione e, spesso, da molte convinzioni. Puoi pareggiare anche senza tirare, basta uno sbuffo di vento, una «copula» tra stinchi, una parabola imbizzarrita.
Mai stati una gioiosa macchina da gol, gli italiani. Non che i soldatini di Conte abbiano preso sotto gamba gli avversari, tutt’altro, ma è proprio questo dettaglio – non averli sottovalutati – a rendere ancora più critica (e criticabile) la prestazione. Immobile e Zaza sono scesi sulla terra, abbiamo tirato poco e male, manca la fantasia che, al massimo, diventa geometria (di Pirlo).
Gli stenti aiutano a crescere. La partita, l’ha spaccata una riserva della Juventus, Giovinco. Ha avvicendato Florenzi, ha tagliato rivali cotti ma duri. L’importante era uscire dal bordello. Il tempo di una sigaretta, di una telefonata a casa. Tranquilli: lunedì c’è Malta e poi si torna dentro, tutti insieme.
Gentile Riccardo Ric, aspettiamo le mosse di Palazzi.
Gentile Axl Rose, ottima idea.
Sig. Beccantini, deve amaramente prendere atto che è cosi’, d’altronde non l’ho detto io che “compito della gazzetta è orientare le opinioni dei propri lettori”
@ Beccantini.
Non c’è niente di peggio di un giornalista che dice bugie.
Conte, per il rigore non dato dall’arbitro Guida, non ha invaso il campo, al fischio finale. e solo dopo, è andato a chiedere spiegazioni, ricevendone in risposta:”Non me la sono sentita”.
Io ero presente e quello che dico è vero.
La mafia del calcio (cit.), ha poi costretto, il giorno dopo, lo stesso Conte a chiedere scusa.
Non mi faccia pensare, per favore, che di quella mafia fa parte anche lei.
Tanti suoi colleghi certamente sì.
Fulvio.
Lei nemmeno ci ha provato, non avrà contribuito, ma è’ stato a guardare. Aggiungi Luca, aggiungi.
Gentile Axl Rose, da Rivera (che fu comunque squalificato) a Totti: siamo sempre lì, anzi sempre qui. Io sono uno merda ma evidentemente dagli anni Settanta a oggi neppure i meglio giornalisti sono riusciti a cambiare questo Paese. Teniamo duro.
Aggiungi Luca, aggiungi.
Dovrebbe scendere in campo “Ta-old” (cit.) , per derimere la questione.
Ma quello non sa manco chi è …………
Per favore Beck, la pianti. MAROTTA venne, GIUSTAMENTE, squalificato, dopo Juve/Genoa.
Sig. Beccantini, io comincerei a squalificare per due mesi quelli che……..”meglio se sto zitto, che se parlo mi squalificano”