Monaco, ma non di clausura

Roberto Beccantini20 marzo 2015Pubblicato in Per sport

Meglio di così. Il discorso vale per la Juventus, ma anche per il Monaco. Il Barcellona torna a Parigi, Madrid celebrerà l’ennesimo derby, il Bayern ha pescato il Porto. Il Monaco «portoghese» di Leonardo Jardim, scuderia Jorge Mendes, pratica un calcio italianista, basato su difesa e contropiede. Nella fase a gironi, ha preceduto Bayer Leverkusen, Zenit San Pietroburgo, Benfica. Negli ottavi, ha eliminato in maniera romanzesca l’Arsenal: 3-1 a Londra, 0-2 a Montecarlo, rischiando l’osso del collo.

Ci sono Kondogbia e Moutinho, Martial e Berbatov, il cecchino bulgaro che fece litigare Fiorentina e Juventus. Jardim, lui, ha sostituito Claudio Ranieri, inviso al proprietario russo, Dmitrij Rybolovlev, il cui divorzio è costato un matrimonio e, soprattutto, un patrimonio (da qui la cessione di Radamel Falcao, al Manchester United).

La Juventus ha lo scudetto in pugno (ma non ancora in tasca), il Monaco è quarto, in volitiva rimonta. La Juventus è più forte, specialmente la Juventus di Dortmund, ma se è per questo lo era anche l’Arsenal di Arsène Wenger, fondatore del Monaco moderno.

Pogba si è rotto, Pirlo è ancora fuori, Sturaro è finito subito ko. La sosta per le Nazionali rende isterici i miei lettori, ma questa volta serve. Allegri dovrà calibrare con mano felice il turnover. Il solo precedente con il Monaco risale all’epoca dell’«eccellenza congenita», semifinali della stagione 1997-’98: 4-1 a Torino, 2-3 nel Principato.

Il mio borsino: Juventus 55%, Monaco 45%. Chiudo con l’Europa League. Il Napoli affronterà il Wolfsburg che ha appena bastonato l’Inter. La Fiorentina, da parte sua, si misurerà con la Dinamo Kiev. Evitato il derby, non il rischio. Si profilano sfide molte equilibrate. Non vedo favoriti, tutti alla pari.

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