Loro sono i giovani

Roberto Beccantini26 giugno 2016Pubblicato in Per sport

Renato Sanches ha 18 anni e giocava nel Benfica. Il Bayern di Ancelotti l’ha reclutato per 35 milioni di euro. Ha sostituito André Gomes al 50’, in tempo per spaccare i supplementari di Croazia-Portogallo.

Marko Pjaca ha 21 anni, è alto 1,86 e gioca nella Dinamo Zagabria. Ha rimpiazzato Rakitic al 110’ e con la sua stazza, il suo dribbling e il suo talento stava per orientare l’epilogo che poi, viceversa, i portoghesi gli hanno strappato dai sogni.

La meglio gioventù. Detto e scritto con una certa invidia. Andiamoci pure piano, in attesa delle verifiche del caso, ma qui siamo agli Europei e in ballo c’era il passaggio ai quarti. Se mi devo accontentare di una rondine, bé, prendo queste.

L’ordalia tra croati e portoghesi era stata una damigiana di camomilla. L’hanno rovesciata i botti dei supplementari. Dallo stacco di Perisic al gol di Quaresma, un altro cambio. In flagrante contropiede. Palla recuperata al limite dell’area, con Renato-Renato-Renato fionda, Nani, Cristiano e Quaresma sassi.

I croati avrebbero meritato i rigori, ma Rakitic non era Rakitic e i cross liftati di Srna erano chicche balistiche che un Pepe stranamente sobrio e tempestivo sottraeva sistematicamente alle sgrullate di Mandzukic e Kalinic.

Contropiede, je t’aime. Prendete il gol della Polonia, firmato da Blaszczykowski: con gli svizzeri tutti sbilanciati, è stato addirittura il portiere, Fabianski, a impostarlo. Si segna poco, anche perché gli eroi sono stanchi (Cristiano Ronaldo, Lewandowski) e la democrazia delle 24 squadre ha allargato l’equilibrio, riducendo distanze che una volta erano più nette.

La splendida rovesciata di Shaqiri se l’è portata via la lotteria dei penalty, mentre l’autorete di McAuley su cross di Bale ha deciso Galles-Irlanda del Nord. Episodi. I veri protagonisti.

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