Come al semaforo: giallo, e poi rosso. Per un tempo, il Villarreal di Unai Emery ha giocato a ritmi spaziali. Due gol – di Dia subito, di Coquelin agli sgoccioli – un rigore (probabile) di Alisson su Lo Celso non concesso, e un Liverpool così prigioniero, così suonato da ricordarmi l’immenso Beppe Viola (il pugile al suo secondo: come vado? Risposta: se l’ammazzi fai pari).
Ma l’Europa è l’Europa e Klopp è Klopp. Stava facendo, o gli avevano fatto fare (dilemma eterno), la figura del pirla. Tre le mosse che, a mio avviso, hanno portato al ribaltone: 1) il cazziatone del tecnico («fatti non foste a giocar come bruti»); 2) l’ingresso di Luis Diaz (al posto del fumo di Diogo Jota); 3) le fotte di Rulli. Scegliete il vostro podio, io vi ho dato il mio.
Non poteva non pagare, il Sottomarino. Non poteva non svegliarsi, il Liverpool. Raul Albiol e Pau Torres hanno difeso Alamo finché hanno potuto. Per un’ora. La resa era nell’aria, e nell’area. In cinque minuti Fabinho fra le gambe di Rulli e Luis Diaz di testa, su cross di Alexander-Arnold, ancora fra le gambe del portiere: ma da vicino, se non altro. Quindi, in campo aperto e a difesa ancora di più, Mané: portiere scapestrato (e scartato) sulla trequarti e 3-2 a porta vuota. L’espulsione di Capoue anticipava il tributo, strameritato, del popolo ai suoi eroi, vinti ma non vigliacchi.
Può essere che il 2-0 di Anfield avesse imborghesito i guerrieri della Kop. E’ già capitato. Ma fra andata e ritorno i Reds si sono presi tre tempi su quattro. Ciò premesso, i 45’ iniziali del Villarreal rimarranno scolpiti nella mia memoria: per il livello del gioco, per la grandezza dell’avversario. Chapeau.
Decima finale di Champions, terza dal 2018: quattrini ma, a naso, anche idee, il Liverpool. E domani, sotto a chi tocca: al Bernabeu si sfidano Real e Manchester City. Si parte dal 3-4 dell’Etihad. Il guru Pep contro il para-guru Carletto. Dico City.
Io tifo per le filosofia di calcio. Liverpool o city, per me è uguale. Magari voglio un po’ più bene a Pep, ma per me che si dividano i trofei. Vincerebbe comunque il calcio vero, non quello di Cagliari-Juve che il Primario deve andarsi a guardare per sbollire dopo aver visto la premier. Calcio vigliacco da cialtroni.
Compratevi la Juventus e prendetevi Conte.
Certo, ieri sera tifavi Liverpool fin da bambino. Raccontatevela tra voi.
Conte, o uno simile ovviamente.
Lascia stare le finali. Prendiamoci Conte, finché non sbrocca. Due anni, o anche tre, e si ricostruisce la mentalità da spacca culi. Fidati. Poi magari torna Allegri, e andrà bene lo stesso.
Guido è il Presidente che ha sentenziato come la filosofia da corto muso rappresenti la Juve. Lo stesso presidente che è diventato amichetto del cuore del mangia pipistrelli.
Allegri ci arriva in finale, il vostro agognato Conte si caga in mano nel girone. Non è colpa di nessuno.
Sarebbe lo stesso perché qualcuno tiferà City. Per cui, giù dal pulpito.
Scritto da Guido il 4 maggio 2022 alle ore 08:41
Eh no Ciccio, non è la stessa cosa. Il tifo Pep dai tempi di Barcellona per fare un esempio, quando ancora c’era Conte. Come molti altri. Il fatto è che tutti noi, o la maggior parte di noi, vorrebbe sempre vedere la Juve giocare con questa filosofia, se non esattamente alla stessa maniera. Però con la filosofia dei Klopp e dei Pep, e non con la filosofia vigliacca e speculativa del cialtrone. Per me, tra Champions e Premier, sarò contento sia che vinca il Liverpool o che vinca il City. Perché in ogni caso vincerà la filosofia del calcio che piace a me. Non del corto muso, che come dice il nostro presidente rappresenta la nostra squadra. Non è difficile da capire.
Ah, voi vi fate i pompini a vicenda (cit. Dott. Wolf) tirando sempre dentro Allegri, anche quando c’entra niente, poi io penso alla Champions.
altro che sostituzioni in una finale.
Scritto da Guido il 4 maggio 2022 alle ore 08:39
Se il Cialtrone si caca in mano quando serve coraggio, non è colpa di nessuno.