Guarda e passa

Roberto Beccantini1 aprile 2023Pubblicato in Per sport

Da salvare, il gol ( bello: da Miretti a Locatelli, il migliore, a Kean, controllo e destro), non il resto: anche per il contesto, immagino. Da una parte, la Juventus B; dall’altra, un Verona ammaccato e decimato. Allegri che fugge da tutto e da tutti incarna e riassume il polverone di una trama scheletrica, molto fisica e molto brutta, solcata da rari «petardi». Un incrocio di Danilo su punizione carambolata, un tuffo di Szczesny su lecca di Terracciano, un liscio di Bremer su sponda di Gatti.

Barrenechea rimane un biglietto della lotteria che «esce» sempre. Meglio Miretti, nella ripresa. L’Hellas di Zaffaroni ha fatto il dover suo e chiuso all’attacco, ebbene sì, nonostante gli ingressi di Vlahovic, Di Maria e Kostic. Sarò greve: non una sera da raccontare in giro. Magri gli applausi: al figliol prodigo in campo (Kean) e al capitano in tribuna (Del Piero). Solo a loro.

** Inter-Fiorentina 0-1. Per Inzaghi, è la decima sconfitta, la terza di fila. Per Italiano, la quinta vittoria consecutiva in campionato. Ha risolto Bonaventura, di testa, uno dei più brillanti (con Dodò, Castrovilli e Mandragora). E’ stata una partita pazza, fitta di ribaltoni e di occasioni, con il centrocampo terra di nessuno e di tutti: i più rapaci, i più veloci. Il liscio di Ikoné, i tiri di Mandragora e Castrovilli, il palo di Barella, i gol mangiati da Mkhitaryan, Lukaku (un paio, almeno) e Dumfries: poteva finire in tanti modi, ma prendersela con il caso, al decimo k.o., non regge. Più lucida, la Viola: così «droit au but» da offrire praterie ai contropiedi avversari. Più frettolosa e imprecisa, l’Inter. Un disastro, Correa titolare; e dagli ingressi di Dzeko-Lautaro, poco roba. Resta il mistero di Lukaku: implacabile in nazionale, placabilissimo nei nostri cortili. Ad Appiano, processi ed eccessi. Sull’Arno, avanti tutta. Con quel briciolo di fortuna che l’audacia, generosa, apprezza e coccola.

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