Un turco sotto l’albero

Roberto Beccantini23 dicembre 2023Pubblicato in Per sport

Al Benito Stirpe aveva vinto solo il Napoli: era d’agosto, tanto tempo fa. Per questo, il 2-1 della Juventus è trave, non pagliuzza. E’ stata un’ordalia lenta ma piena, introdotta da una perla di Kenan Yildiz, classe 2005 e che classe! In mezzo a tre, ancheggiando, e poi bum, di destro: sul palo coperto (non abbastanza) da Turati. Vi raccomando, comunque, il sibilo secco del proiettile. Scritto ciò, si apra pure il dibattito: bravo Allegri a lanciarlo o fesso Allegri a lanciarlo, da titolare, non prima della diciassettesima? Vi conosco, mascherine…

Veniva, il Frosinone, dalla storica sbornia di Coppa, 4-0 al Maradona. L’ha pagata alla distanza. Senza Chiesa, la Vecchia, senza mezza difesa e dintorni Di Francesco. Madama ha continuato a darci dentro sino al 20’, con Kostic amletico al tiro, con McKennie e Cambiaso ora esterni ora interni, con morsetti di pressing. Poi, implacabile e ineluttabile, il ritiro sotto le tende. Non si pretendono 90’ da City, anche perché i piedi sono lontani, ma insomma. Restava la cerbottana del contropiede, ma le frecce erano rare e le braccia che impugnavano l’arco, deboli.

E così Frosinone-Juventus è diventata Genoa-Juventus: gran palla di Monterisi e pareggio di Baez. Non avrei scommesso un euro su un epilogo diverso. Invece. Il Feticista buttava dentro garretti freschi, togliendo, però, le uniche taniche di fantasia: quelle di Yildiz. E’ entrato Vlahovic, in coppia con colui al quale era stato sacrificato: Milik. Morale: onde da surf. Rasoiata del serbo murata da Turati, paratona di Szczesny su Harroui, bicicletta del texano, casinista pragmatico, e traversa. Proprio da un cross di McKennie decollava la zazzera di Vlahovic. Gol da centravanti «vero». La firma in calce a un successo sofferto ma meritato. Chiudo con i voti alla nidiata di ex: Soulé 6+; Barrenechea 6; Kaio Jorge 5, Gatti 6. E 8 al turco per la gemma.

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