Lady di ferro

Roberto Beccantini30 dicembre 2023Pubblicato in Per sport

Quando due risultatisti feroci come Max e Mou banchettano sulla carcassa di Juventus-Roma, ne escono morsi lenti, ruggiti smorzati, occhiate furtive. L’ha decisa, in avvio di ripresa, un gol di Rabiot, smarcato da Vlahovic, il serbo della Goeba, molto più utile – almeno stavolta – di Lukaku, cancellato da Bremer.

Il Vate aveva piazzato Dybala – ah, Paulino – a destra, proprio nella zona del francese. Un mismatch ambiguo, insidioso, che la zampata di Adrien ha rovesciato d’improvviso. Il palo di Cristante, allo sparo dello starter, era stato un fiammifero in una pozzanghera. Le «parate» più significative le realizzavano Mancini, murando Vlahovic, scivolato via a Llorente, e N’Dicka, che intercettava una sventola di Kostic a portiere battuto. Sul fronte opposto, fraseggio attorno a Peredes, un esterno sinistro del piccolo Sivori a fil di montante, i lanci per Lukaku. Sul piano della manovra, nulla di trascendentale. Weah al posto di Cambiaso riceveva da McKennie piccozze generose. Gli sprazzi di Yildiz (classe 2005, mai dimenticarlo) costituivano lampadine nel grigio.

Insomma: le squadre si aspettavano ai varchi, intasandoli. Né botte né botti, almeno per un tempo, con i duellanti che rendevano l’ordalia molto italiana e italianista. Il banco è saltato al 47’. Da quel momento in poi, Madama ha tirato giù la saracinesca e lasciato gli avversari pascolare al limite della propria bottega. Allegri inseriva Chiesa (prezioso), Mourinho ricorreva al suo arsenale, Pellegrini, El Shaarawy, Azmoun. Il possesso palla si gonfiava come la rana della favola ma, per dirla con Mou, «zeru tiri» (seri, intendo). Anzi: l’unica occasione capitava in contropiede a McKennie, la solita damigiana di tremendismo, su blitz di Chiesa: rimediava Rui Patricio, in extremis. E così, alla fine, ennesimo inno al corto muso. Con l’Inter a due punti e il calendario che svolta, sul serio. Buon anno a todos.

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