Il mio regno per un dribbling. Ci pensavo guardando il nulla di Italia-Stati Uniti. Non uno che cercasse di puntare l’uomo, di sfidarlo, di saltarlo; solo Giovinco, qualche volta e quasi mai con l’arroganza necessaria. Perché sì, il dribbling è anche questione di arroganza: devi servirti dell’avversario senza diventarne servo.
Se il gol è tutto anche quando è stupido, il dribbling è una rima, è un verso: «Ei fu». Il dribbling è scintilla. L’evoluzione/involuzione del calcio l’ha spinto ai margini delle lavagne; in principio fu l’ala, poi il tornante, adesso l’esterno basso o alto a seconda del grado di fantatismo tattico. Oggi, si scivola al di là del difensore attraverso il passaggio, non più attraverso il dribbling, o sempre meno: tanto che Franck Ribéry e Arjen Robben sembrano alieni.
E così, l’umile scriba ferma il tempo e scende: dai tunnel di Omar Sivori («il naufragar m’è dolce in questo mare») a un gol di Sandro Mazzola a Budapest, in Vasas-Inter, un gol pazzesco: mezza difesa scartata e il tiro che non arrivava mai.
Leo Messi, certo. E ieri Diego Maradona e Pelè: troppo comodo, troppo facile. Quello non è più dribbling, è arte del dribbling, è Picasso spalmato e adeguato ai gusti personali. Ricordo una memorabile amichevole di Carlo Dell’Omodarme a Madrid, contro il Real: lessi sul giornale delle finte, degli olé, della spocchia iconoclasta con la quale l’ala operaia aveva domato l’arena, torero per un pomeriggio.
Oggi la Nazionale ringhia (Chiellini), lancia (Pirlo), incorna (Pazzini), ma non dribbla: lo faceva Cassano, ecco. Sul dischetto del rigore, si è soli. Nel dribblare, si è circondati, si è prigioneri. E proprio questo è il bello: liberarsi dei carcerieri, aspettarli, liberarsi di nuovo. In una parola: rischiare.
X er casciotta. Voi giallozzozzi non avete capito mai niente. Annavate pe’ castagne su li Castelli e li milanesi ve fregavano la moglie che avevate lasciato a casa per paura de li frascatani. Damme retta, chiedelo ar tu’ Totti quannii scudi v’ha fregato l’interaccia. A proposito de gabbio, se te dovese capità d’annacce arrecordati de mettete le mutanne sotto la lorica.
A martinè, i ‘nteristi? ma queli so diletanti, so poracci come noi, s’acontenteno de’ briciole che voiartri e li vostri compari der pelato je lasciate. nun statt’a confonde, li gangstere sta’ tuti quanti d’a vostra parte. so pure loro bestie, beleno beleno ma agneli so sortanto de nome. er pecorino de grotta? se me vieni a trovà te faccio gustà quelo bono. ma accorto aho, che qui li gobi li mannamo ar gabio.
X er casciotta – Li scudi li dovete da chiede all’interaccia che ve n’ha rubati quattro de seguito. A noi ce dovete solo ringrazià perchè se non velo facevamo vigne dopo le vostre mandragate cor passaporto der giapponese stavate ancora a piagne. A proposito, qual’è la quotazione der pecorino de grotta a piazza Vittorio?
In effetti meriti una punizione : ma come fai a dimenticarti di me? E dire che sei pure un reduce dal “sassolino”! Tutti da zoo qui , Tu da centurione invece a passeggio, non ti pare strano? Ma er monno è tutto un rovescio e bisogna accettare tutto e …..di più!!! I nostri scudi nel tevere? nooooooooooooooooooooooooo!! Saresti capaci di annarli a pescà de notte!!! pur d’averli. Nu te preoccupà pe loro sono tutti conservati bene e poi voi che ve ne fate? Nun so tutti sporchi per voi? Io mi vergognerei, salutami mussolini, andreotti e petrucci, se te capitano . Nun te lo scurdà ! Mai scordasse de padri ricordatelo! Lassa perde a parrucca de Conte, Non ha mai detto che non si è rifatto i capelli e non ha mai pensato di rifarsi il cervello! E Tu? Me mancavi, simpaticamente. Me piace leggerti assai se non mi fai ride Tu chi mi deve far ridere? Er leone pecoreccio e nun te preoccupà nu m’affenno!!!! :-))))))
P.S. Il dialetto romano, stropicciato, lo perdoni, almeno quello oggi è pure sabato!!!!
Dimanno scusa. Me so scurdà che ce stai pure tu, er leone pecoreccio. Me pare giussto. Ce stai bene pure tu co’ fiero er somaro, martino er mulo, ettore er monatto, e tutti l’artri che nun sto a ripete. Ma cor toro c’avete fatto l’arosto? Artro che spedale, qui ce sta ‘no zoo. Li vostri scudi li buttamo ar tevere, so più farzi d’a parucca de conte.
http://www.ilgiornale.it/interni/lincontro_arbitro-lepore_sparite_telefonate_pm/03-03-2012/articolo-id=575240-page=0-comments=1
X Er Centurione….. Dunni ti l’avemu a purtari sti scudi!!! Na bacheca ci l’hai? o la mallasiri pi strada! si poi voi, accattamu puru u cintimitru, macari ti servi e ti ,nsigni a misurari! chi dici?
A zombiiii. Mo annateve a dormì co ettore er monatto. Tutti li giorni sete sempre li soliti tre gatti:axl,ricardo ,cristiano, er matinello e fiero er ragliante.So sei anni che tutti i giorni ce sfracujate li zebedei co’ vostri zombi de moggi e li avvocati sui, li possino.Nun ve se regge più. E bastaaaaaaaaaaaaaaaaa, arridatece li scudi che ve siete sgraffignato. Gobbi ar gabbio!!!.
Possiamo discutere fin quando vogliamo, ma la realtà , in questo momento è quella stabilita dalla motivazione della sentenza di 1° grado. Bisognerà aspettare l’appello e ne frattempo dichiarazioni eventualmente di pentiti, ma non sugli organi di stampa, ma direttamente in Tribunale, sotto giuramento! Nel mentre attendiamo l’appello del procedimento Giraudo, di cui si conosce poco compreso l’atteggiamento degli avvocati difensori e di che cosa si vogliono avvalere per la difesa! Little Lions
Sig. Penta, come mai gli avvocati di Moggi non hanno presentato ancora ricorso? Sono ancora in fase di studio, di attesa di altre sbobinature o cosa? Little LIons