Triplete al Paris Saint-Qatar, triplete al Chelsea. Karim Benzema aggiunge vita agli anni e non anni alla vita (34, per la cronaca). Ha rimontato ed eliminato Pochettino. Ha messo in serio imbarazzo Tuchel. «Tu me fais tourner la tête», cantava Edith Piaf. Era l’andata dei quarti di Champions, grande partita a Stamford Bridge: Chelsea-Real 1-3. E due soli ammoniti, uno per parte.
Benzema, dunque. Di testa e di forza il primo, su cross di Vinicius in capo a un’azione disegnata da Picasso. Di testa e di biliardo il secondo, su parabola di Modric, un architetto che sembra Piano anche quando va piano. Di rapina il terzo, su regalo del portiere, Mendy, e concorso di Rudiger. Avete presente la gaffe di Donnarumma al Bernabeu? Moltiplicatela per tre.
Ho tracciato i confini. Dentro, un’ordalia salgariana con Christensen quasi terzino su Vinicius (non proprio il massimo), Valverde al posto di Asensio (bella idea, invece) e Casemiro perno del centrocampo: hic manebimus optime. La facevano i blu, la partita, anche perché Ancelotti, nato Sacchi e maritato Capello, ha capito che «il mondo non si è fermato mai un momento» (Jimmy Fontana).
Non trascuro i portieri: Courtois, paratona su Azpilicueta; Mendy, topica in avvio di ripresa, dopo che la zuccata di Havertz, su spioventino di un grigio Jorginho, aveva riaperto i giochi. Le correzioni di Tuchel non hanno sabotato la trama, l’hanno appena rigata.
Per alcuni, il centravanti è lo spazio; per altri, i padroni o i maestri di Benzema, lo spazio è il centravanti. Il Karim odierno è una cassa di esplosivo. Cristiano lo sovrastava, certo, ma molto gli ha insegnato. E questi sono i frutti. Letale al punto da permettersi di ciccare il gol più facile. Difficile trovare un blanco sotto il sei: Militao? Kroos? Difficile, nello stesso tempo, misurare i riflessi del caso Abramovich sul Chelsea, che ne aveva presi quattro addirittura dal Brentford di Eriksen. Capisco la nostalgia di Lukaku, entrato tardi e male, per i divani delle nostre cliniche. Se non chiusa, la semifinale si profila orientata.
L’altra partita in pillole. Villarreal-Bayern 1-0, gol-lampo di Danjuma. E’ andata bene a Nagelsmann, non a Unai Emery, fra pali e reti annullate per una scapola. Non escludo che, al ritorno, i tedeschi vincano passeggiando. Scritto ciò, con Gerard Moreno dall’inizio il sottomarino sembrava una portaerei.
Su quel campo di patate avrebbe faticato pure Roger
ma ci credo.
Giovanni,Musetti mi fa incazzare mi ci credo.
@3.I morti ci sono eccome se ci sono,perché le guerre portano e portavano morti.Oggi a differenza di ieri,tramite device e internet,vediamo tutto per filo e per segno.Ma quanti falsi e bugie vediamo(cicero pro domo sua).Abbiamo fatto occhi e orecchie da mercante(parlo dell’Occidente)negli otto anni passati di guerra del Donbass e questo è il risultato.Speriamo non sbrocchi il vaso di Pandora,altrimenti si tornerà indietro di 80 anni,per i sopravvissuti!
Ho appena visto al TG1 un servizio da Palermo sulla celebrazione del ventennale della strage di Capaci e via D’Amelio. Qualche intervista ai passanti palermitani, fra i quali un uomo e una donna che sconsolati hanno dichiarato come da allora non sia cambiato nulla dato che i soprusi mafiosi continuano ad essere attivi come lo erano allora. Questo mi ha fatto ricordare un aforisma di Einstein che così recita: è più facile scomporre un atomo in parti infinitesimali che cambiare la mentalità della gente.
Lorenzo Musetti, costretto dagli organizzatori a giocare su un campo di patate ( ma anche l’altro giocava su quello stesso campo ) anziché sul centrale perde malamente 6-3 6-2 da Djere …Lorenzo ha un disperato bisogno di diventare un giocatore SOLIDO, talentuoso già lo è, pe molto, ma solido proprio no…
Si intervengo…..con l’altra mano tiene il fiasco di barolo
Purtroppo i morti sono veri gentile Lovre.e’una guerra schifosa e disumana ,nella quale se putin che comanda e’ un pazzo, i suoi generali sono degli incompetenti.ad esempio andare a Chernobyl il primo giorno per farsi vedere,per poi accorgersi di avere i carriarmati e i soldati contaminati e ritirarsi in bielorussia e’ una roba ridicola .
X settemonnezze e il triplice – Voi non avete bisogno di simulare. I rigori ve li danno anche se vi abbassate per far finta di raccogliere le margherite.
Vidal quando stava da noi, nella sua peggior stagione era da sei e mezzo in pagella. Ma per lo scemo livornese era disordinato tatticamente. Penso che Arturo deve averlo appeso da qualche parte nello spogliatoio, probabilmente. Forse nello stesso punto dove poi lo avrebbe appeso Leo.