Cicciottella

Roberto Beccantini20 agosto 2016

Il primo giorno di scuola non si interroga. Al massimo, ci si interroga. La Roma ha sofferto per un tempo l’Udinese e poi l’ha schiantata. La Juventus ha dominato per un tempo la Fiorentina e poi è calata, fino a rimetterla in gioco. Ha risolto Higuain, appena entrato in campo e già meno cicciottello. Un gol di rapina, raccolto da un angolo complicato.

Mancava Pjanic, non si è visto Pjaca, erano i soliti più Dani Alves. La prima Juventus senza il quadrilatero storico (Pirlo, Vidal, Pogba, Marchisio). Siamo ancora ad agosto e, dunque, certe flessioni sono plausibili. A patto che, appunto, siano flessioni di calendario e non di filosofia. Allegri sta cercando più qualità nella velocità: l’ha avuta per 45’. Piglio aggressivo, difesa alta, avversari in bambola. Paulo Sousa non aveva Borja Valero, colui che, per tradizione, porta il pallone e lo distribuisce.

Il recupero di Asamoah è l’indizio suggestivo, l’ennesimo gol incassato (da Kalinic, di testa, su corner) la tendenza negativa. Bene Dybala tra le linee, efficaci gli inserimenti di Khedira, artefice dell’1-0 e propiziatore del 2-1. Così così Lemina nei panni di regista, anche se un paio di staffilate dal limite ne hanno alzato la cresta. Urge un rinforzo, di ruolo.

Un anno fa, la Signora perdeva in casa con l’Udinese. Già tre punti in più, gongola il tifoso. Della Fiorentina mi è piaciuto Federico Chiesa, classe 1997, figlio d’arte. Disastrosi, in compenso, i piedi di Tatarusanu. La partita è stata avara di occasioni – reti a parte, un paio la Juventus, non un tiro i Viola – e frizzante per un’ora. Dopodiché, un gran minestrone. Sull’uomo, Alex Sandro continua a prendersi licenze «emozionanti». I cambi di Allegri appartengono al repertorio del «dimmi il risultato e ti dirò chi sei». Evra al posto di Dybala al 90’: immagino il sorriso di Trap.

Ma era il primo giorno di scuola.

Buon campionato a tutti

Roberto Beccantini19 agosto 2016

Dal carnevale di Rio ai carnevali di tutti i nostri Io, dall’importante è partecipare a non è finita finché non è finito (il mercato), dai Giochi ai giochi. Domani torna il campionato. Nacque, il girone unico, nella stagione 1929-’30, da un’idea di Leandro Arpinati, presidente della Federazione e podestà di Bologna oltre che tante altre cose sotto il fascismo.

Il campionato è il grande romanzo popolare al quale affidiamo, attraverso la squadra del cuore, il fanciullino che è in noi.

Ecco la mia griglia:

1) Juventus

2) Napoli

3) Roma

4) Inter

5) Sassuolo

6) Fiorentina

7) Milan

8) Lazio

9) Torino

10) Chievo

11) Cagliari

12) Sampdoria

13) Bologna

14) Genoa

15) Atalanta

16) Empoli

17) Udinese

18) Pescara

19) Palermo

20) Crotone

Buon campionato a tutti.

Penelope

Roberto Beccantini29 luglio 2016

Ogni mattina entro nel bar sotto casa, chiedo un caffè, pago la clausola rescissoria (un euro), lo bevo, ringrazio e saluto. Anche per questo, non ho capito tutto il can can sollevato dal caso Higuain. La clausola rescissoria, generalmente alta, è un cappio che il proprietario pensa di legare al collo dell’acquirente, a tutela del suo. Può succedere, talvolta, che gli si ritorca contro, ammesso che, sotto sotto, proprio di «ritorsione» si tratti. Ogni valore ha un prezzo, basta fissarlo o, appunto, discuterlo. De Laurentiis l’ha fissato. La Juventus l’ha pagato.

Ecco perché non riesco a cogliere, attorno all’operazione, né la malìa del capolavoro (per 90 milioni, l’avrebbero dato anche alla Clinica del sottoscritto) né il senso del tradimento, così come emerge dal ping pong dialettico tra padrone e dipendente, ping pong a cui mi guardo bene dal partecipare non avendone i titoli. Da lontano, mi sembrava che il Napoli avesse dato tanto al giocatore, e il giocatore tanto alla squadra, alla città. Ripeto: da lontano.

Inoltre, tra le lenzuola delle pensioni estive furoreggia la signorina Sulla carta, l’amante perfetta alla quale i tifosi abbinano i sogni di ogni vacanza, pronti a ricorrere al viagra del mercato pur di non fare cilecca (e se non proprio loro, almeno la loro squadra del cuore). Poi, verso fine agosto, da un armadio qualsiasi salta fuori il truce signor Sul campo che, in un lampo, spazza via ambizioni, seduzioni e orgasmi.

Nessun dubbio che Higuain, a quasi 29 anni, sia diventato uno dei più forti centravanti del mondo, nella scia di Suarez e Lewandowski. Nessun dubbio che fosse il tipo di centravanti che mancava alla Juventus. Lo ha detto anche Jorge Valdano, e di lui mi fido. Nessun dubbio che Pjanic, Pjaca, Benatja e Dani Alves, i cui piedi potrebbero dischiudere scenari tattici ben oltre la fascia,
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