Questa, poi. Rimonta e vetta. Milan-Fiorentina 2-1 emerge da un primo tempo di noia piatta e «giuoco» bolso, con Leao centravanti (un ossimoro), una svirgolatona di Pavlovic in mischia e la Viola rattrappita ma vigile. Decimato il Diavolo, in crisi gli avversari. Gli applausi a Pioli scortano un «caccia» che resta sulla pista di decollo sino al gollonzo di Gosens dopo respinta di Maignan e petto di Gabbia. Era il 56’. Un pizzicotto all’eccesso di zero che rispecchiava il nulla della contesa.
Due minuti e il Feticista si correggeva: fuori l’acerbo Athekame, Santi Gimenez a prender botte da nove vero, Saelemaekers a destra, la sua cuccia, e Rafa libero d’attacco, non più preda degli arpioni di Pongracic. Finalmente. Il Milan non poteva non buttarsi sotto. Lo reclamava San Siro. E così, ecco Leao uscire dalle ombre, dal grigiore, da tutto quello che volete tranne che dai complotti. Al 63’, il pareggio, con Ranieri out per infortunio, e un destro dal limite che il radar di De Gea localizzava tardi. E vai di polemica.
Leao, certo. Ma pure Gimenez. Un traliccio prezioso: girata sventata in extremis dal portiere e, all’86′, il rigorino, per kamasutra facciale di Parisi, che il Var suggeriva all’amletico Marinelli. In assenza di Pulisic, che allo Stadium – contro la Juventus – sparacchiò di piatto in curva, ci ha pensato Leao: almeno stavolta, da hombre con los huevos. Schiumava di rabbia, Firenze. Kean sostituito, squadra balbettante, come se la zavorra pesasse sulle coscienze (dell’arbitro, pure) e non solo sulla classifica.
Milan 16; Inter, Napoli e Roma 15; Bologna 13; Como e Juventus 12. Svincolato dall’Europa, Allegri prima o poi recupererà un po’ di califfi. Nel frattempo, se la gode. Di corto muso, come adora. Per lo spettacolo c’è sempre il circo. Oppure, Liverpool-Manchester United. Vale per tutti, naturalmente.